Zonisamide versus Diazepam nel trattamento della sindrome da astinenza da alcol
I farmaci anticonvulsivanti sono stati utilizzati nel trattamento della disintossicazione da alcol.
Lo scopo di uno studio è stato quello di valutare l'efficacia e la sicurezza di Zonisamide ( Zonegran ) in un campione di pazienti che presentavano una sindrome da astinenza alcolica.
In questo studio di 3 settimane, randomizzato, a dosaggio flessibile, 40 pazienti con disturbi di dipendenza da alcol hanno ricevuto Zonisamide o Diazepam ( Valium ) per la disintossicazione.
Zonisamide è stato iniziato a una dose di 400-600 mg/giorno ( settimana 1 ), arrivando alla dose minima di 100-300 mg/giorno ( settimana 3 ).
Diazepam è stato somministrato usando un regime simile ( 130-50 mg/giorno, ridotto a 5-15 mg/die ).
I soggetti sono stati trattati inizialmente ( settimana 1 e 2 ) in una Unità ospedaliera e per la settimana finale in ambulatorio.
Durante il periodo di degenza, il Clinical Institute Wthdrawal Assessment for Alcohol ( CIWA-Ar ) è stato utilizzato per valutare l'efficacia di ciascuna sostanza.
Durante il periodo ambulatoriale sono stati utilizzate diverse scale tra cui: CIWA-Ar ( Clinical Institute Wthdrawal Assessment for Alcohol ), HARS ( Hamilton Anxiety Rating Scale ), HDRS ( Hamilton Depression Rating Scale ), e una Craving Scale.
Tutti i soggetti hanno completato lo studio.
Durante il periodo di degenza entrambi i farmaci hanno ridotto i sintomi di astinenza da alcol, ma il calo è stato più marcato nel gruppo Zonisamide.
Alla fine dello studio ( settimana 3 ) i partecipanti trattati con Zonisamide hanno mostrato più bassi punteggi CIWA-Ar rispetto ai soggetti trattati con Diazepam.
Inoltre, gli individui del gruppo Zonisamide hanno avuto meno desiderio di alcol, meno ansia, e la sonnolenza durante il giorno è stata inferiore rispetto ai partecipanti trattati con Diazepam.
In conclusione, Zonisamide può rappresentare una valida alternativa alle benzodiazepine nella prevenzione della sindrome di astinenza da alcol. ( Xagena2010 )
Rubio G et al, Pharmacopsychiatry 2010; 43: 257-262
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