Biomarcatori associati ad aumentato rischio di presenza e progressione della aterosclerosi nelle donne con lupus eritematoso sistemico
Un aumento della frequenza di aterosclerosi nel lupus eritematoso sistemico ( SLE ) è ben documentato ma non completamente spiegato dalla presenza dei tradizionali fattori di rischio cardiaco.
Diversi biomarcatori non-tradizionali, tra cui lipoproteina ad alta densità proinfiammatoria ( piHDL ) e leptina, sono stati singolarmente associati con aterosclerosi subclinica nel lupus eritematoso sistemico.
Uno studio ha determinato se questi e altri biomarcatori possono essere combinati in un profilo di rischio, detto PREDICTS ( Predictors of Risk for Elevated Flares, Damage Progression, and Increased Cardiovascular Disease in Patients with SLE ), che potrebbe essere utilizzato per predire in modo migliore la futura progressione della aterosclerosi.
In totale, 210 pazienti con lupus eritematoso sistemico e 100 soggetti sani di controllo di pari età ( tutte donne ) hanno partecipato a questo studio prospettico di coorte.
La presenza longitudinale di placche carotidee e lo spessore della intima-media ( IMT ) sono stati misurati al basale e al follow up ( media 29.6 mesi ).
Al follow-up, la placca carotidea era presente nel 29% delle pazienti con lupus eritematoso sistemico.
I fattori significativamente associati con la placca, determinati utilizzando il Salford Predictive Modeling e l'analisi multivariata, hanno incluso età a partire da 48 anni, ( odds ratio, OR=4.1, P=0.002 ), alta funzione di piHDL ( OR=9.1, P minore di 0.001 ), livelli di leptina maggiori o uguali a 34 ng/dl ( OR=7.3, P=0.001 ), livelli plasmatici di TWEAK ( transforming growth factor like weak inhibitor of apoptosis ) solubile maggiori o uguali a 373 pg/ml ( OR=28.8, P=0.004 ) e anamnesi di diabete mellito ( OR=61.8, P minore di 0.001 ).
Anche i livelli di omocisteina maggiori o uguali a 12 micromol/l erano un predittore.
Tuttavia, nessuna singola variabile ha dimostrato una combinazione ideale di buoni valori predittivi negativi ( NPV ), valori predittivi positivi ( PPV ), sensibilità e specificità.
Un profilo PREDICTS di alto rischio è stato definito come 3 o più biomarcatori positivi o 1 o più biomarcatori positivi, più una anamnesi di diabete mellito; per i pazienti affetti da lupus eritematoso sistemico ad alto rischio, il valore predittivo positivo è stato del 64%, il valore predittivo negativo è stato del 94%, la sensibilità è stata dell'89%, e la specificità del 79%.
All'analisi multivariata, le pazienti affette da lupus eritematoso sistemico con il profilo di rischio elevato avevano una probabilità 28 volte maggiore per una presenza longitudinale di placca ( P minore di 0.001 ) e una maggiore progressione dello spessore della intima-media ( P minore di 0.001 ).
In conclusione, un punteggio PREDICTS di alto rischio conferisce una probabilità 28 volte maggiore di riscontrare la presenza di qualsiasi placca carotidea attuale, progressiva, o acquisita, sia nelle pazienti con lupus eritematoso sistemico che in soggetti di controllo, ed è significativamente associato a più alti tassi di progressione dello spessore della intima-media. ( Xagena2014 )
McMahon M et al, Arthritis & Rheumatology 2014; 66: 130-139
Reuma2014 Cardio2014
Indietro
Altri articoli
Alirocumab e aterosclerosi coronarica in pazienti asintomatici con ipercolesterolemia familiare: studio ARCHITECT
L’effetto di Alirocumab ( Praluent ), un inibitore di PCSK9 ( proproteina convertasi subtilisina / kexina tipo 9 ), sul...
Il vaccino peptidico contro ADAMTS-7 migliora l'aterosclerosi e l'iperplasia neointimale post-traumatica
La metalloproteinasi ADAMTS-7 ( A Disintegrin And Metalloproteinase with ThromboSpondin motifs ) è un nuovo locus associato all'aterosclerosi coronarica umana....
Effetti del trattamento randomizzato con Icosapent Etile e dell'Olio minerale, come comparatore, sui biomarcatori di aterosclerosi: sottostudio REDUCE-IT Biomarker
Lo studio REDUCE-IT ( Reduction of Cardiovascular Events With Icosapent Ethyl - Intervention Trial ) ha riportato una riduzione del...
Effetto di Alirocumab aggiunto alla terapia con statine ad alta intensità sull'aterosclerosi coronarica nei pazienti con infarto miocardico acuto: studio PACMAN-AMI
Le placche coronariche che tendono a rompersi e causano eventi cardiaci avversi sono caratterizzate da un'elevata carica di placca, da...
Associazione delle statine con l'aterosclerosi cerebrale e il parkinsonismo incidente negli anziani
Il peso delle patologie cerebrovascolari è associato al parkinsonismo progressivo negli anziani. È stata testata l'ipotesi secondo cui gli anziani...
Analisi aggregata degli studi su Inclisiran nei pazienti con ipercolesterolemia familiare o aterosclerosi
Inclisiran ( Leqvio ) è un piccolo RNA interferente a doppio filamento che sopprime la traduzione della proproteina convertasi subtilisina-kexina...
Aterosclerosi coronarica: effetto della combinazione di Atorvastatina 10 mg ed Ezetimibe 10 mg, rispetto alla sola Atorvastatina 40 mg
Rimane da definire se gli effetti aggiuntivi di riduzione del colesterolo LDL con Ezetimibe ( Zetia ) aggiunto alla...
L'esposizione ai metalli pesanti tossici aumenta il rischio di aterosclerosi
L'esposizione ad arsenico, cadmio, titanio e potenzialmente antimonio aumenta il rischio di aterosclerosi, secondo i risultati dello studio AWHS (...
Monoterapia con un inibitore P2Y12 o Aspirina per la prevenzione secondaria nei pazienti con aterosclerosi accertata
La terapia antipiastrinica è raccomandata nei pazienti con aterosclerosi accertata. È stata confrontata la monoterapia con un inibitore P2Y12 rispetto...
Evoluzione dell'aterosclerosi carotidea con una concentrazione di colesterolo LDL target inferiore a 70 mg/dl dopo ictus ischemico di origine aterosclerotica
Lo studio TST ( Treat Stroke to Target ) ha mostrato il vantaggio di mirare a una concentrazione di colesterolo...