Beta-bloccanti associati a fratture da fragilità ossea nelle donne in postmenopausa con malattia coronarica
E’ stata descritta l'associazione tra malattie cardiovascolari e osteoporosi. Un certo numero di farmaci spesso usati in pazienti con malattia coronarica, come tiazidici, statine e beta-bloccanti, hanno mostrato effetti controversi sul tessuto osseo.
E’ stato svolto uno studio con l’obiettivo di esaminare la possibile associazione tra malattia coronarica e densità della massa ossea, misurazioni quantitative ad ultrasuoni e prevalenza di fragilità e fratture vertebrali.
Inoltre lo studio ha preso in esame la possibile influenza di un certo numero di farmaci, statine, tiazidici e beta-bloccanti, sulla densità minerale ossea e il possibile presentarsi di fratture.
Lo studio caso-controllo è stato condotto su 74 donne in postmenopausa affette da breve periodo da una coronaropatia, e 111 controlli appaiati per età.
La densità minerale ossea è stata misurata con assorbimetria a raggi X a doppia energia ( DEXA ) a livello della colonna lombare e del femore prossimale. Sono anche state realizzate ultrasonografie ossee quantitative al tallone.
Le fratture vertebrali sono stati diagnosticati da radiografie laterali, toraciche e lombari. Gli episodi di fratture non vertebrali sono stati determinati attraverso un esame della documentazione medica.
Si è notato che i pazienti con malattia coronarica presentavano valori più elevati dell’indice di massa corporea.
Essi avevano una maggiore prevalenza di ipertensione arteriosa e iperlipidemia e di conseguenza un maggiore consumo di beta-bloccanti e statine, ma non di diuretici tiazidici, e presentavano un minore consumo di alcol.
I pazienti con malattia coronarica avevano più alti valori di densità della massa ossea, misurata mediante DEXA al femore prossimale, rispetto ai controlli, ma non vi erano differenze nei valori DEXA a livello della colonna lombare o di ultrasonografie quantitative ossee al calcagno tra i due gruppi.
La prevalenza di tutte le fratture da fragilità ossea è risultata leggermente più alta nei pazienti con malattia coronarica, ma non a livelli significativi.
La prevalenza di fratture vertebrali era simile nei due gruppi.
In un’analisi logistica per identificare i fattori associati a tutte le fratture, i beta-bloccanti sono risultati associati positivamente a fratture da fragilità, e DEXA a livello del collo del femore è risultata inversamente associata a fratture da fragilità ossea.
In conclusione, le donne in postmenopausa con malattia coronarica hanno valori più alti di densità minerale ossea a livello del femore prossimale, ma, nonostante questo, mostrano un leggero aumento, anche se non significativo, nella prevalenza delle fratture da fragilità. I beta-bloccanti sono indipendentemente associati alle fratture da fragilità, ma i tiazidici o statine non lo sono. ( Xagena2010 )
Sosa M et al, Aging Clin Exp Res 2010
Cardio2010 Farma2010 Chiru2010
Indietro
Altri articoli
Combinazione guidata da troponina I cardiaca ad alta sensibilità con blocco del recettore dell'angiotensina e terapia con beta-bloccanti per prevenire la cardiotossicità da antracicline: studio Cardiac CARE
La cardiotossicità indotta dalle antracicline ha un’incidenza variabile e lo sviluppo della disfunzione ventricolare sinistra è preceduto da aumenti delle...
Fornitura perioperatoria di beta-bloccanti e sopravvivenza nelle donne con tumore ovarico epiteliale e una storia di condizioni cardiovascolari
La chirurgia per il tumore ovarico epiteliale ( EOC ) può attivare risposte infiammatorie da stress che stimolano la crescita...
Esiti di pazienti con tachicardia ventricolare polimorfa catecolaminergica trattati con beta-bloccanti
I pazienti con tachicardia ventricolare polimorfa catecolaminergica ( CPVT ) possono manifestare eventi aritmici pericolosi per la vita ( LTAE...
Beta-bloccanti per il trattamento dei bambini sintomatici con tachicardia ventricolare polimorfa catecolaminergica
I bambini sintomatici con tachicardia ventricolare polimorfa catecolaminergica ( CPVT ) sono a rischio di eventi aritmici ricorrenti. I beta-bloccanti...
Bloccanti del recettore dell'angiotensina e beta-bloccanti nella sindrome di Marfan
I bloccanti del recettore dell'angiotensina ( ARB; sartani ) e i beta-bloccanti sono ampiamente utilizzati nel trattamento della sindrome di...
Uso di beta-bloccanti o statine e rischio di emorragia da malformazioni cavernose cerebrali
Lo scopo dello studio è stato quello di determinare l'associazione tra l'uso di beta-bloccanti o statine e il rischio futuro...
Effetto della sospensione dei beta-bloccanti sulla capacità funzionale nell'insufficienza cardiaca e sulla frazione di eiezione conservata
L'incompetenza cronotropa ha dimostrato di essere associata a una diminuzione della capacità di esercizio nell'insufficienza cardiaca con frazione di eiezione...
I beta-bloccanti possono ridurre il rischio di artrosi del ginocchio, dolore all'anca / ginocchio
Secondo i dati di uno studio, i comuni beta-bloccanti sono associati a un ridotto rischio cumulativo di artrosi del ginocchio,...
Il trattamento con beta-bloccanti associato a prolungata sopravvivenza libera da progressione nel mieloma multiplo recidivato / refrattario
I beta-bloccanti possono agire sinergicamente quando somministrati con il farmaco immunomodulatore Pomalidomide ( Imnovid ) nel contesto del mieloma multiplo...
Efficacia e sicurezza a breve termine dei beta-bloccanti topici come la soluzione oftalmica di Timololo maleato 0.5% nell'emicrania acuta
I beta-bloccanti orali utilizzati per la prevenzione dell'emicrania non sono efficaci per il trattamento del dolore acuto. Piccole serie di...