Beta-bloccanti e mortalità per carcinoma mammario


Studi preclinici hanno dimostrato che l’antagonismo del segnale beta2-adrenergico inibisce diversi pathway necessari per la progressione del carcinoma mammario e delle metastasi.

Una serie di studi osservazionali di popolazione sono stati condotti per esaminare le associazioni tra uso di beta-bloccanti e caratteristiche del carcinoma mammario alla diagnosi o mortalità specifica per il carcinoma mammario.

Sono stati utilizzati registri nazionali oncologici e prescrizioni mediche per identificare donne con diagnosi di tumore alla mammella invasivo di stadio compreso tra I e IV nel periodo 2001-2006.

Donne che stavano assumendo Propranololo ( Inderal ) ( beta1/beta2 antagonista; n=70 ) o Atenololo ( Tenormin ) ( beta1 antagonista; n=525 ), nell’anno precedente alla diagnosi di tumore mammario sono state appaiate in un rapporto 1:2 a donne che non avevano assunto un beta-bloccante ( n=4738 ).

Sono state valutate le associazioni tra uso di Propranololo o Atenololo e rischio di invasione tumorale locale alla diagnosi ( tumore T4 ), coinvolgimento nodale o metastatico alla diagnosi ( tumore N2/N3/M1 ) e tempo alla mortalità specifica per carcinoma alla mammella.

Le donne che avevano assunto Propranololo hanno mostrato una probabilità significativamente inferiore di presentarsi con tumori T4 ( odds ratio [ OR ], 0.24 ) o N2/N3/M1 ( OR=0.20 ), rispetto alle non-utilizzatrici appaiate.

La probabilità cumulativa di mortalità specifica per tumore alla mammella è risultata significativamente più bassa per le utilizzatrici di Propranololo rispetto alle non-utilizzatrici appaiate ( hazard ratio, 0.19 ).

Non sono emerse differenze nell’incidenza di tumori T4 o N2/N3/M1 o di mortalità specifica per carcinoma mammario tra le utilizzatrici di Atenololo e le non-utilizzatrici appaiate.

In conclusione, i risultati forniscono prove nell’essere umano a supporto delle osservazioni precliniche che suggeriscono che l’inibizione del pathway di segnale beta2-adrenergico possa ridurre la progressione del carcinoma mammario e la mortalità legata alla malattia. ( Xagena2011 )

Barron TI et al, J Clin Oncol 2011; 29: 2635-2644



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