Esacerbazione della psoriasi dopo terapia con beta-bloccanti
Chirurghi del Dipartimento di Chirurgia cardiotoracica di Sheffield in Gran Bretagna, hanno segnalato il caso di un uomo di 54 anni con una storia di 20 anni di psoriasi eritrodermica, sottoposto a byapss croronarico.
Il paziente non aveva una precedente storia di terapia con beta-bloccanti.
Dopo l’intervento chirurgico, al paziente è stato somministrato il Bisoprololo ( Concor ) per trattare la fibrillazione atriale.
Entro 72 ore dopo l’inizio della terapia con Bisoprololo, il paziente è andato incontro ad un peggioramento acuto della psoriasi. L’infiammazione generalizzata della cute si è sviluppata con profonde placche eritemase, coalescenti.
Il volto non è stato interessato e questo è una caratteristica della psoriasi eritrodermica.
Il paziente ha presentato perdita di liquidi per via transepidermica, da un’ampia area di cute denudata.
La perdita di liquido ha causato ipovolemia e instabilità emodinamica, che ha richiesto un’aggressiva terapia con fluidi.
La psoriasi è stata trattata in modo aggressivo con Metotrexato e farmaci topici.
Il trattamento con Bisoprololo è stato interrotto.
Il management della fibrillazione atriale ha come obiettivi principali l’anticoagulazione e la frequenza cardiaca. Dopo aver ripristinato il ritmo sinusale, l’obiettivo è quello di mantenere questa condizione.
I beta-bloccanti sono i farmaci di scelta per controllare la frequenza cardiaca, ma sono stati riportati gravi peggioramenti della psoriasi con compromissione emodinamica. Questa reazione è, tuttavia, estremamente rara.
Il meccanismo alla base dell’esacerbazione della psoriasi con beta-bloccanti è ritenuto essere correlato ad un blocco nell’attivazione del sistema messaggero di cAMP. Il blocco comporta una riduzione della concentrazione intracellulare di calcio. Questa riduzione può provocare un’accelerata proliferazione dei cheratinociti o dei leucociti polimorfonucleati; entrambi possono avere un ruolo nell’indurre o esacerbare la psoriasi. ( Xagena2009 )
Fonte: Canadian Medical Association Journal, 2009
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