Lercanidipina meglio tollerata rispetto agli altri calcioantagonisti diidropiridinici
Ricercatori della Nova Southeastern University negli Stati Uniti, hanno compiuto una revisione della letteratura riguardo all’efficacia, tollerabilità ed utilità d’impiego della Lercanidipina ( Zanedip ) nel trattamento dell’ipertensione lieve-moderata.
La Lercanidipina è un nuovo calcioantagonista diidropiridinico.
In 2 studi clinici controllati, randomizzati, che hanno coinvolto quasi 400 pazienti con ipertensione lieve-moderata, la Lercanidipina ha mostrato un’efficacia simile a quella di altri 2 calcioantagonisti diidropiridinici, Felodipina ( Plendil ) e Nifedipina ( Adalat ) a lento rilascio, nel ridurre in modo significativo la pressione sistolica e la pressione diastolica, dopo 4 settimane.
In uno studio clinico di maggiore durata ( 1 anno ), la Lercanidipina 10 mg/die ha normalizzato la pressione sanguigna nel 49% dei pazienti dopo 1 mese di trattamento.
Uno studio di postmarketing su 9.050 pazienti ha confermato i risultati osservati nei precedenti studi clinici: il 64% dei pazienti ha raggiunto una pressione diastolica inferiore a 90 mmHg ed il 32% ha ottenuto il controllo pressorio ( < 140/90 mmHg ).
Nei pazienti anziani, la Lercanidipina è risultata comparabile alla Lacidipina ( Lacipil ) e alla Nifedipina.
La Lercanidipina si distingue dalle altre diidropiridine per la minore incidenza di eventi avversi, soprattutto edema.
Uno studio ha mostrato che un numero inferiore di pazienti nel gruppo Lercanidipina ( 0.9% ) ha sospeso il trattamento a causa di effetti indesiderati, rispetto al gruppo Nifedipina ( 3.8% ) e al gruppo Felodipina ( 4.5% ).
La Lercanidipina, inoltre, ha mostrato un’efficacia simile a quella di altri antipertensivi, tra cui Atenololo ( Tenormin ), Captopril ( Capoten ), e Losartan ( Cozaar ).
Secondo gli Autori, la Lercanidipina è una valida opzione terapeutica nell’ipertensione, con il vantaggio rispetto agli altri calcioantagonisti diidropiridinici, di una migliore tollerabilità. ( Xagena2007 )
Beckey C et al, Ann Pharmacother 2007; 41: 465-473
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