Defibrillatore cardioverter indossabile dopo infarto miocardico
Nonostante l'alto tasso di morte improvvisa dopo infarto miocardico tra i pazienti con una bassa frazione di eiezione, i defibrillatori cardioverter impiantabili ( ICD ) sono controindicati fino a 40-90 giorni dopo l'infarto miocardico.
Non è chiaro se un defibrillatore cardioverter indossabile riduca l'incidenza di morte improvvisa durante questo periodo ad alto rischio.
Sono stati assegnati casualmente i pazienti con infarto miocardico acuto e frazione di eiezione del 35% o inferiore a ricevere un defibrillatore cardioverter indossabile più terapia orientata dalla lineeguida ( gruppo dispositivo ) o a ricevere solo terapia orientata dalle lineeguida ( gruppo di controllo ).
L'esito primario era un composito di morte improvvisa o morte da tachiaritmia ventricolare a 90 giorni ( morte aritmica ).
Gli esiti secondari includevano la morte per qualsiasi causa e la morte non-aritmica.
Su 2.302 partecipanti, 1.524 sono stati assegnati in modo casuale al gruppo dispositivo e 778 al gruppo di controllo.
I partecipanti al gruppo dispositivo hanno indossato il dispositivo per una mediana di 18.0 ore al giorno.
La morte aritmica si è verificata nell’1.6% dei partecipanti al gruppo dispositivo e nel 2.4% di quelli nel gruppo di controllo ( rischio relativo, 0.67; P=0.18 ).
La morte per qualsiasi causa si è verificata nel 3.1% dei partecipanti al gruppo dispositivo e nel 4.9% di quelli nel gruppo di controllo ( rischio relativo, RR=0.64; P non-aggiustato = 0.04 ), e la morte non-aritmica nell’1.4% e nel 2.2%, rispettivamente ( RR=0.63; P non-aggiustato = 0.15 ).
Dei 48 partecipanti al gruppo dispositivo deceduti, 12 indossavano il dispositivo al momento del decesso.
In totale 20 partecipanti al gruppo dispositivo ( 1.3% ) hanno ricevuto uno shock appropriato e 9 ( 0.6% ) hanno ricevuto uno shock inappropriato.
In conclusione, tra i pazienti con un infarto miocardico recente e una frazione di eiezione del 35% o inferiore, il defibrillatore cardioverter indossabile non ha portato a una percentuale significativamente inferiore dell’esito primario di morte aritmica rispetto al controllo. ( Xagena2018 )
Olgin JE et al, N Engl J Med 2018; 379: 1205-1215
Cardio2018
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