Follow-up a lungo termine dei pazienti con sindrome di Brugada e impianto di defibrillatore cardioverter
Le indicazioni per defibrillatore cardioverter impiantabile ( ICD ) per la prevenzione primaria nella sindrome di Brugada ( BrS ) sono ancora oggetto di discussione.
È stato studiato l’esito a lungo termine dopo l'impianto di ICD in una grande coorte di pazienti con sindrome di Brugada.
Su un totale di 370 pazienti con sindrome di Brugada nel follow-up ( età media 43 anni, 74% uomini ), 104 pazienti ( 28.1% ) sono stati trattati con ICD.
È stata analizzata l'incidenza a lungo termine di shock e complicanze.
È stato impiantato un ICD per la prevenzione secondaria in 10 pazienti ( 9.6% ) e per la prevenzione primaria in 94 pazienti ( 90.4% ).
Dopo un follow-up di 9.3 anni, 21 pazienti ( 20.2% ) hanno subito in totale 81 shock appropriati ( tasso di incidenza 2.2 per 100 anni-persona ).
Il tasso di shock appropriati è stato più alto nei pazienti con prevenzione secondaria ( P minore di 0.01 ).
Tuttavia, 4 dei 45 pazienti asintomatici ( 8.9% ) hanno avuto una terapia ICD appropriata, tutti con un elettrocardiogramma di tipo 1 spontaneo e aritmie ventricolari inducibili.
Nell'analisi multivariata, un elettrocardiogramma di tipo 1 con sincope ( hazard ratio, HR=4.96; P minore di 0.01 ) e indicazione di prevenzione secondaria ( HR=6.85 ) sono stati significativi predittori di terapia appropriata.
In totale 9 pazienti ( 8.7% ) hanno subito 37 shock inappropriati ( tasso di incidenza 0.9 per 100 anni-persona ).
21 pazienti ( 20.2% ) hanno avuto altre complicanze correlate a ICD ( tasso di incidenza 1.4 per 100 anni-persona ).
3 pazienti ( 2.9% ) sono morti ( 1 morte per tempesta elettrica e 2 decessi non-cardiovascolari ).
In conclusione, la terapia con defibrillatori cardioverter impiantabili è una terapia efficace nei pazienti ad alto rischio con sindrome di Brugada.
Tuttavia, è anche associata a un rischio significativo di complicanze correlate al dispositivo.
Una cura particolare durante l'impianto di ICD, una adeguata programmazione del dispositivo e un follow-up regolare possono consentire di ridurre il numero di eventi avversi. ( Xagena2017 )
Hernandez-Ojeda J et al, J Am Coll Cardiol 2017; 70: 1991-2002
Cardio2017
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