Effetto dell’integrazione di Vitamina D3 a lungo termine rispetto al placebo sul rischio di depressione o sintomi depressivi clinicamente rilevanti e sul cambiamento dei punteggi dell'umore
Bassi livelli di 25-idrossivitamina D sono stati associati a un rischio più elevato di depressione più avanti nella vita, ma gli studi su larga scala a lungo termine e ad alte dosi sono pochi.
Sono stati testati gli effetti dell’integrazione di Vitamina D3 sul rischio di depressione più avanti con l’età e sui punteggi dell'umore.
Sono stati coinvolti 8.353 uomini e donne di età pari o superiore a 50 anni nello studio accessorio VITAL-DEP ( Vitamin D and Omega-3 Trial-Depression Endpoint Prevention ) dello studio VITAL, uno studio clinico randomizzato su malattie cardiovascolari e prevenzione del cancro tra 25.871 adulti negli Stati Uniti.
C'erano 16.657 soggetti a rischio di depressione incidente ( nessuna storia di depressione ) e 1.696 a rischio di depressione ricorrente ( storia di depressione ma nessun trattamento per la depressione negli ultimi 2 anni ).
La randomizzazione è avvenuta tra il 2011 e il 2014; il trattamento randomizzato è terminato nel 2017 e questa era la data finale del follow-up.
I pazienti sono stati assegnati in modo randomizzato alla Vitamina D3 ( 2.000 UI/die di Colecalciferolo ) e olio di pesce oppure placebo; 9.181 sono stati randomizzati alla Vitamina D3 e 9.172 sono stati randomizzati a placebo corrispondente.
Gli esiti primari erano il rischio di depressione o sintomi depressivi clinicamente rilevanti ( totale di casi incidenti e ricorrenti ) e la differenza media nei punteggi dell'umore ( scala di depressione del questionario sulla salute del paziente a 8 voci PHQ-8; intervallo di punteggio, da 0 punti, sintomi minimi, a 24 punti, la maggior parte dei sintomi; la differenza minima clinicamente importante per la variazione dei punteggi era di 0.5 punti ).
Tra i 18.353 partecipanti randomizzati ( età media, 67.5 anni; 49.2% donne ), la durata mediana del trattamento è stata di 5.3 anni e il 90.5% ha completato lo studio ( 93.5% tra i pazienti vivi alla fine dello studio ).
Il rischio di depressione o sintomi depressivi clinicamente rilevanti non è risultato significativamente diverso tra il gruppo Vitamina D3 ( 609 depressione o eventi di sintomi depressivi clinicamente rilevanti; 12.9 / 1.000 anni-persona ) e il gruppo placebo ( 625 depressione o eventi di sintomi depressivi clinicamente rilevanti; 13.3 / 1.000 anni-persona ) (hazard ratio, HR=0.97; P=0.62 ); non ci sono state differenze significative tra i gruppi in termini di incidenza o recidiva della depressione.
Non sono state osservate differenze significative tra i gruppi di trattamento per il cambiamento nei punteggi dell'umore nel tempo; la variazione media del punteggio PHQ-8 non è risultata significativamente diversa da zero ( differenza media per la variazione dei punteggi dell'umore, 0.01 punti ).
Tra gli adulti di età pari o superiore a 50 anni senza sintomi depressivi clinicamente rilevanti al basale, il trattamento con Vitamina D3 rispetto al placebo non ha determinato una differenza statisticamente significativa nell'incidenza e nella recidiva della depressione o dei sintomi depressivi clinicamente rilevanti o nel cambiamento dei punteggi dell'umore su un follow-up mediano di 5.3 anni.
Questi risultati non supportano l'uso della Vitamina D3 negli adulti per prevenire la depressione. ( Xagena2020 )
Okereke OI et al, JAMA 2020; 324: 471-480
Psyche2020 Farma2020
Indietro
Altri articoli
Durata del mantenimento antidepressivo aggiuntivo nella depressione bipolare di tipo I
Gli antidepressivi sono usati per trattare la depressione acuta nei pazienti con disturbo bipolare di tipo I, ma il loro...
Depressione: reazioni avverse degli inibitori della ricaptazione della serotonina e della noradrenalina
I farmaci antidepressivi SNRI, noti come inibitori della ricaptazione della serotonina e della noradrenalina, possono scatenare vari effetti collaterali. Incidenza...
Esketamina spray nasale versus Quetiapina per la depressione resistente al trattamento
Nella depressione resistente al trattamento, comunemente definita come una mancanza di risposta a due o più trattamenti consecutivi durante l’episodio...
Potenziamento rispetto al cambio degli antidepressivi nella depressione geriatrica resistente al trattamento
I benefici e i rischi dell'aumento o del cambio di antidepressivi negli anziani con depressione resistente al trattamento non sono...
Efficacia comparativa e tollerabilità degli interventi farmacologici per la depressione bipolare acuta negli adulti
La depressione bipolare costituisce un grave problema di Sanità pubblica a causa del notevole carico di malattia che comporta. Sebbene siano...
Ketamina versus terapia elettroconvulsivante per la depressione maggiore non-psicotica resistente al trattamento
La terapia elettroconvulsivante ( ECT ) e la Ketamina a dosi subanestetiche per via endovenosa sono entrambe attualmente utilizzate per...
Spravato, un antidepressivo a base di Esketamina, per la depressione maggiore: avvertenze speciali e precauzioni di impiego
Spravato è un farmaco a base del principio attivo Esketamina cloridrato, appartenente alla categoria degli antidepressivi. Spravato, in combinazione con un...
Antidepressivi per forma grave di depressione: reazioni avverse da trattamento con Spravato a base di Esketamina
Spravato, a base di Esketamina, è un medicinale che trova impiego per il trattamento di adulti con grave depressione resistente...
Depressione maggiore: Spravato, il primo antidepressivo in formulazione spray nasale
L'Esketamina ( Spravato ), un antagonista del recettore N-metil-D-aspartato ( NMDA ) è stato approvato per la terapia del disturbo...
Osteoporosi: la terapia con Alendronato associata a depressione, ansia
Rispetto ad altri trattamenti di prima linea per l'osteoporosi, la terapia con Alendronato ( Fosamax ) ha prodotto un aumento...