Tollerabilità, sicurezza, farmacocinetica ed efficacia di immunoliposomi anti-EGFR con Doxorubicina nei tumori solidi in stadio avanzato


I risultati di studi preclinici hanno dimostrato che gli immunoliposomi contro EGFR ( recettore del fattore di crescita della epidemide ) hanno sostanziali effetti antitumorali.

È stato condotto uno studio per valutare tollerabilità, sicurezza, farmacocinetica ed efficacia di immunoliposomi anti-EGFR caricati con Doxorubicina ( anti-EGFR ILs-Dox ) in pazienti con tumori solidi.

Nello studio clinico in aperto e di fase 1, sono stati arruolati presso l’ospedale universitario di Basilea, Svizzera, pazienti con tumori solidi in stadio avanzato con iperespressione di EGFR, e non più responder al trattamento standard.

Nanoparticelle anti-EGFR ILs-Dox sono state costruite legando covalentemente liposomi pegilati contenenti Doxorubicina al frammento di legame del antigene ( Fab' ) di Cetuximab.

Le nanoparticelle sono state infuse per via intravenosa e a dosi crescenti ( Doxorubicina 5 mg/m2, 10 mg/m2, 20 mg/m2, 30 mg/m2, 40 mg/m2, 50 mg/m2, and 60 mg/m2 ) una volta ogni 4 settimane per un massimo di 6 cicli.

L’endpoint primario era stabilire la massima dose tollerata.

Sono stati analizzati i pazienti che avevano ricevuto almeno una dose del farmaco in studio.

Nel periodo 2007-2010, il farmaco è stato somministrato a 29 pazienti, 3 dei quali sono stati esclusi dallo studio perché non avevano completato una valutazione di sicurezza.

Dei 26 pazienti valutati per l’endpoint primario, 2 che avevano ricevuto una dose di 60 mg/m2 hanno mostrato tossicità dose limitante ( 1 ha mostrato neutropenia e l’altro anemia ); dunque la massima dose tollerata è stata fissata a 50 mg/m2.

A tutte le dosi più basse, anti-EGFR ILs-Dox è risultato ben tollerato; la tossicità cutanea di grado 1 si è manifestata solo in 2 pazienti.

Sono stati registrati 22 eventi avversi gravi in 17 pazienti, legati soprattutto a progressione del tumore.

Tre eventi avversi gravi sono risultati fatali.

Solo 3 eventi avversi gravi ( neutropenia febbrile, setticemia e un sanguinamento orale massivo fatale ) sono risultati legati in qualche misura al farmaco in studio.

Nessun paziente ha mostrato eritrodisestesia palmo-plantare, alopecia, cardiotossicità o tossicità cumulativa.

La miglior risposta al trattamento ha incluso 1 risposta completa, 1 risposta parziale e 10 malattie stabili durate 2-12 mesi ( mediana 5.75 mesi ).

In conclusione, poiché anti-EGFR ILs-Dox è risultato ben tollerato fino a 50 mg di Doxorubicin per m2, ed è stata registrata attività clinica, sono necessarie ulteriori valutazioni di queste nanoparticelle a questa dose in studi di fase 2. ( Xagena2012 )

Mamot C et al, Lancet Oncol 2012; 13: 1234-1241



Onco2012 Farma2012


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