La ridotta risposta al Clopidogrel è associata a eventi cardiovascolari dopo impianto di stent coronarico
Ricercatori della Universitatsklinikum di Tubinga, in Germania, hanno valutato se la risposta al Clopidogrel ( Plavix ) potesse influenzare l’outcome ( risultato ) cardiovascolare dopo impianto di stent coronarico.
Allo studio hanno preso parte 379 pazienti consecutivi con malattia coronarica sintomatica ( angina stabile = 206 pazienti e sindrome coronarica acuta = 173 ).
La responsività al Clopidogrel è stata valutata mediante aggregometria indotta da ADT ( 20micromol/l ) almeno 6 ore dopo la somministrazione di una dose di carico di 600mg di Clopidogrel.
L’inibizione piastrinica inferiore al 30% è stata definita come una bassa risposta al Clopidogrel.
L’outcome primario di un evento cardiovascolare maggiore combinato ( infarto miocardico non fatale, ictus ischemico non fatale, morte cardiovascolare ) è stato valutato dopo 3 mesi di follow-up.
Il 5.8% dei pazienti ( n = 22 ) è stato classificato come una bassa risposta.
Rispetto ai pazienti che hanno risposto in modo adeguato al Clopidogrel, i pazienti con bassa risposta presentavano un rischio significativamente più alto di eventi cardiovascolari maggiori ( 22.7 versus 5.6%; odds ratio, OR = 4.9; p = 0.004 ).
Dopo aggiustamento per altri fattori che influenzano l’outcome ( risultato ) cardiovascolare, una scarsa risposta al Clopidogrel ed una grave disfunzione ventricolare sinistra erano indipendentemente associati ad un evento cardiovascolare maggiore entro 3 mesi ( HR per la scarsa risposta al Clopidogrel = 3.71; p = 0.037 ).
I dati dello studio hanno dimostrato che la bassa risposta al Clopidogrel nei pazienti con malattia coronarica sintomatica sottoposti a impianto di stent, favorisce il presentarsi di eventi cardiovascolari e l’esito fatale.
Pertanto, la valutazione della ridotta risposta al Clopidogrel può aiutare ad identificare i pazienti ad aumentato rischio, che possono trarre beneficio da una strategia antiaggregante intensiva. ( Xagena2006 )
Geisler T et al, Eur Heart J 2006; 27: 2420-2425
Cardio2006 Farma2006
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