La terapia chelante riduce gli eventi cardiovascolari nei pazienti anziani con diabete mellito
L’analisi dei dati dello studio TACT ( Trial to Assess Chelation Therapy ) ha mostrato che la terapia chelante è in grado di ridurre gli eventi cardiovascolari e di mortalità nei pazienti con diabete mellito, ma non in quelli senza diabete.
I pazienti affetti da diabete hanno mostrato una riduzione complessiva del 41% di tutti gli eventi cardiovascolari; una riduzione del 40% del rischio di mortalità per malattie cardiache, ictus non-fatale o infarto non-fatale; una riduzione del 52% degli infarti miocardici ricorrenti, e una riduzione del 43% della mortalità per qualsiasi causa.
La chelazione con Acido Etilendiamminotetraacetico ( EDTA ) ha ridotto il rischio di morte per tutte le cause, infarto miocardico, ictus, rivascolarizzazione coronarica o ospedalizzazione per angina ( 37 vs 25 %, P=0.002 ), e morte cardiovascolare, infarto miocardico o ictus ( 17 contro 11%, p=0.043 ).
Tuttavia, non è emerso alcun beneficio significativo di EDTA nel sottogruppo di 1.045 pazienti che non soffrivano di diabete mellito.
I pazienti ( n=1.708 ) che hanno preso parte allo studio avevano almeno 50 anni, con un infarto miocardico presentatosi almeno 6 settimane prima, e livelli di creatinina di 2 o valore inferiore.
Il periodo osservazionale è stato di 55 mesi.
L'analisi del sottogruppo diabete ha incluso 538 ( 31% ) pazienti; di questi 265 sono stati assegnati in modo casuale alla chelazione con EDTA.
Dei pazienti con diabete, il 76% era in trattamento con le statine ( farmaci ipocolesterolemizzanti ) e il 93% era in terapia antiaggregante piastrinica o antitrombotica. Il trattamento antidiabetico consisteva in: ipoglicemizzanti orali ( 70% ) e Insulina ( 30% ). ( Xagena2013 )
Fonte: American Heart Association ( AHA ) - Scientific Sessions, 2013
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