Post-infarto: miglioramenti nella mortalità di lungo periodo associati ad aumentato impiego dei farmaci cardiovascolari dopo dimissione ospedaliera


Ricercatori del Brigham and Women’s Hospital ed Harvard Medical School a Boston negli Stati Uniti, hanno valutato la relazione tra l’incremento nell’uso dei farmaci cardiovascolari e la prognosi nel lungo periodo dopo infarto miocardico nell’anziano.

Nel corso dell’ultima decade, l’uso dopo l’infarto miocardico delle statine, beta-bloccanti, Ace inibitori e degli antagonisti del recettore dell’angiotensina II, è andato via via aumentando.
Tuttavia ci sono pochi dati riguardo alla relazione tra l’uso crescente dei farmaci ed il miglioramento della prognosi dopo infarto miocardico.

I Ricercatori hanno utilizzato i dati dei Programmi di assistenza, tra cui Medicare, in due stati negli Stati Uniti, nel periodo 1995-2004.
Sono stati identificati i pazienti con infarto miocardico che sono sopravissuti 30 giorni o più dopo la dimissione ospedaliera.

Tra i 21.484 pazienti identificati, 12.142 sono morti durante le 74.982 persone-anno di follow-up.

Dopo aggiustamento per le comorbidità ed i fattori demografici, è stato riscontrato che la mortalità dopo infarto miocardico è aumentata in modo significativo dal 1995 al 2004 ( hazard ratio per trend annuale, HR=0.97 ), con una riduzione della mortalità del 3% per ogni anno.

L’aggiustamento per l’impiego delle statine, beta-bloccanti, Ace inibitori, sartani ed antiaggreganti piastrinici dopo dimissione ospedaliera, ha completamente eliminato l’associazione tra il trend temporale e la mortalità ( HR=1 ).

In conclusione, il miglioramento osservato nella mortalità nel lungo periodo nei pazienti anziani con infarto miocardico può essere principalmente dovuto ad un aumentato uso di farmaci cardiovascolari dopo la dimissione ospedaliera. ( Xagena2008 )

Setoguchi S et al, J Am Coll Cardiol 2008; 51: 1247-1254


Cardio2008 Farma2008


Indietro

Altri articoli

Una revisione ha evidenziato l'esistenza di interazioni farmacologiche tra il trattamento del COVID-19 a base di Nirmatrelvir / Ritonavir (...


Una meta-analisi di studi randomizzati controllati ( RCT ) ha mostrato che i decessi per tutte le cause non erano...


Nel 2020, 49.6 milioni di persone negli Stati Uniti hanno riferito di aver utilizzato una forma di Cannabis nell'anno precedente. I...


È stato ipotizzato che i farmaci antiepilettici che inducono gli enzimi ( eiASM ) siano associati a rischi a lungo...


Da uno studio di coorte basato sulla popolazione è emersa una riduzione della mortalità per tumore al polmone, indipendentemente associata...


In una revisione sistematica e meta-analisi del 2015 degli studi sugli esiti cardiovascolari per farmaci o strategie ipoglicemizzanti in persone...


I risultati di uno studio hanno mostrato l'uso di FANS ( farmaci antinfiammatori non-steroidei ) può contribuire al legame tra...


Lo studio FOURIER, su 27.564 pazienti, ha stabilito per la prima volta che ridurre al massimo i livelli di colesterolo...


Uno studio compiuto negli Stati Uniti su pazienti trattati con farmaci antinfiammatori non-steroidei ( FANS ), ha mostrato che quelli...


L’EMA ( European Medicines Agency ) ha avviato un riesame del medicinale Corlentor / Procoralan ( Ivabradina ). Corlentor /...