Ablazione con radiofrequenza della fibrillazione atriale: persistenza dei comuni endpoint intraprocedurali solo in un limitato numero di pazienti
Diversi approcci sono stati sviluppati per l’ablazione transcatetere con radiofrequenza della fibrillazione atriale, ma il corretto endpoint intraprocedurale è ancora tema di dibattito, e pochi dati esistono riguardo al destino delle lesioni prodotte dall’ablazione.
Lo studio, coordinato da Ricercatori dell’Ospedale Universitario S.Anna di Ferrara, ha valutato il mantenimento nel lungo periodo degli endpoint intraprocedurali delle procedure d’ablazione.
I criteri di inclusione erano:
a) una precedente procedura di ablazione circumferenziale della vena polmonare, eseguita per la fibrillazione atriale persistente, refrattaria ai farmaci;
b) un endpoint intraprocedurale completo, consistente nell’abbassamento del voltaggio entro le lesioni, disconnessione della vena polmonare, blocco in uscita del segnapassi dall’interno delle lesioni, ottenuto per tutte le vene polmonari;
c) ritmo sinusale stabile, documentato durante un follow-up minimo di 2.5 anni dopo la procedura.
Sono stati selezionati 20 volontari ( 12 maschi; età media 59 anni ) e sottoposti a studio elettrofisiologico.
Dopo un periodo osservazionale di 36,4 mesi, il completo abbassamento del voltaggio è stato mantenuto in circa 32 vene polmonari ( 40% ), la disconessione della vena polmonare è persistita in 12 ( 37,5% ) delle vene polmonari precedentemente isolate, ed il blocco in uscita era presente in 39 vene polmonari ( 48,7% ).
Dieci pazienti che erano stati sottoposti ad una seconda procedura ablativa a causa di recidive di fibrillazione atriale, sono stati impiegati come gruppo controllo.
Le differenze nel mantenimento dell’endpoint intraprocedurale tra i 2 gruppi non sono risultate statisticamente significative.
Dallo studio è emerso che i comuni endpoint intraprocedurali, come abbassamento del voltaggio, disconnessione della vena polmonare, e blocco in uscita, persistevano solo in un limitato numero di pazienti, anche quando l’outcome era favorevole nel corso del periodo osservazionale. ( Xagena2008 )
Pratola C et al, Circulation 2008; 117: 136-143
Cardio2008
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