Basso tasso di recidiva nei pazienti con fibrillazione atriale indotta da ipertiroidismo, sottoposti a cardioversione elettrica
La fibrillazione atriale indotta dall’ipertiroidismo spesso reverte spontaneamente a ritmo sinusale dopo il ritorno allo stato eutiroideo, ma un significativo numero di pazienti va incontro a persistenza dell’aritmia con necessità di cardioversione elettrica.
L’outcome ( esito ) nel lungo periodo della fibrillazione atriale persistente indotta dall’ipertiroidismo dopo successo della cardioversione, rimane non ben definito.
Ricercatori cinesi hanno studiato 58 pazienti ( età media: 57 anni; 72% maschi ) con fibrillazione atriale causata da ipertiroidismo, che si erano sottoposti con successo a cardioversione elettrica.
Il tasso di recidiva di fibrillazione atriale è stato studiato in modo prospettico e confrontato con quello di pazienti affetti da fibrillazione atriale non di origine tiroidea.
Dopo un periodo osservazionale di 24 mesi, il 59% dei pazienti ha sviluppato recidiva di fibrillazione atriale, in una proporzione significativamente più bassa rispetto ai controlli ( 83% ) ( hazard ratio, HR=0.64; p=0.04 ).
L’analisi di regressione di Cox ha mostrato che la lunga durata della fibrillazione atriale era il solo predittore di recidiva nei pazienti con fibrillazione atriale persistente indotta dall’ipertiroidismo.
Dallo studio è emerso che la fibrillazione atriale persistente di origine tiroidea è associata a un più basso tasso di recidiva dopo cardioversione a ritmo sinusale rispetto alla fibrillazione atriale persistente non-indotta da ipertiroidismo, e un precoce intervento di cardioversione elettrica deve essere preso in considerazione. ( Xagena2009 )
Siu C-W et al, Am J Cardiol 2009; 103: 540-543
Cardio2009 Endo2009
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