Chiusura tramite dispositivo del forame ovale pervio dopo ictus
L'efficacia comparativa della chiusura percutanea del forame ovale pervio ( PFO ) più terapia medica versus terapia medica da sola per l'ictus criptogenetico è incerta.
È stata effettuata la prima analisi combinata dei dati dei singoli partecipanti provenienti da studi randomizzati completati di confronto tra chiusura del forame ovale pervio versus terapia medica nei pazienti con ictus criptogenetico.
L'analisi ha incluso i dati sui 2 dispositivi ( STARFLex, occlusore a ombrello, e Amplatzer PFO Occluder, occlusore a disco ) valutati in 3 studi.
L'esito primario composito era rappresentato da ictus, attacco ischemico transitorio ( TIA ), o morte; l'esito secondario comprendeva l’ictus.
Tra i 2.303 pazienti, la chiusura non era significativamente associata all’esito primario composito.
La differenza è diventata significativa dopo aggiustamento per le covariate ( hazard ratio, HR=0.68; P=0.049 ).
Per l’ictus, tutti i confronti sono risultati statisticamente significativi, con hazard ratio non-aggiustati e aggiustati, rispettivamente, di 0.58 ( P=0.043 ) e 0.58 ( P=0.044 ).
Nelle analisi limitate ai 2 studi sul dispositivo occlusore a disco, l'effetto di chiusura non era significativo per l'esito composito, ma lo è stato per l'esito di ictus ( HR non-aggiustato: 0.39; P=0.013 ).
L’analisi dei sottogruppi non ha identificato una significativa eterogeneità degli effetti del trattamento.
La fibrillazione atriale è risultata più comune tra i pazienti col dispositivo di chiusura.
In conclusione, tra i pazienti con forame ovale pervio e ictus criptogenetico, la chiusura ha ridotto l’ictus ricorrente e ha avuto un effetto statisticamente significativo sul composito di ictus, attacco ischemico transitorio e morte nelle analisi aggiustate ma non in quelle non-aggiustate. ( Xagena2016 )
Kent DM et al, J Am Coll Cardiol 2016; 67: 907-917
Cardio2016 Neuro2016
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