Il farmaco per la sclerosi multipla Natalizumab sembra migliorare gli esiti clinici dopo ictus ischemico acuto


Il trattamento con Natalizumab ( Tysabri ) può contribuire a migliorare gli esiti clinici dopo l’ictus. Il farmaco utilizzato nella sclerosi multipla riduce l'infiammazione cerebrale acuta, facendo ipotizzare che l'anticorpo potrebbe contribuire a ridurre il volume dell'infarto cerebrale e a migliorare gli esiti clinici dopo ictus ischemico acuto.

Lo studio di fase 2, in doppio cieco, ha valutato l'efficacia e la sicurezza di una singola dose di 300 mg di Natalizumab per via endovenosa in pazienti con ictus ischemico acuto.
I pazienti sono stati randomizzati a ricevere Natalizumab ( n = 79 ) oppure placebo ( n = 82 ) entro 9 ore dall’evento ictale.

Il punteggio mediano, basale, alla scala NIHSS ( National Institutes of Health Stroke Scale ) era di 12 e il tempo mediano di trattamento con Natalizumab è stato di 6 ore.
Il volume dell'infarto basale mediano era di 23.68 mL nel gruppo Natalizumab e 23.41 mL nel gruppo placebo.

L'endpoint primario di variazione relativa del volume dell'infarto dal basale al giorno 5 dopo trattamento con Natalizumab, rispetto a placebo, non è stato raggiunto ( tasso di crescita relativo: giorno 5, 1.09 [ P = 0.779 ], giorno 30, 1.06 [ P = 0.684 ] ).

Tuttavia gli endpoint clinici secondari sono apparsi a favore del trattamento con Natalizumab.

Il gruppo Natalizumab ha presentato buoni risultati alla scala Rankin modificata ( punteggio minore o uguale a 1 ) al giorno 30 ( odds ratio, OR=2.88 ) e al giorno 90 ( OR=1,48 ), rispetto al gruppo placebo.

Risultati favorevoli per il gruppo Natalizumab sono stati ottenuti anche alle scale Barthel Index ( punteggio maggiore o uguale a 95 su 100 ) al giorno 90 ( OR=1.91 ), Stroke Impact Scale-16, e Montreal Cognitive Assessment.

Non sono state riscontrate differenze tra i gruppi riguardo al punteggio NIHSS.

L'incidenza di mortalità e di eventi avversi gravi sono risultati simili per entrambi i gruppi ( 18% con Natalizumab versus 16% con placebo; 46% vs 46%, rispettivamente ).

Dallo studio è emerso che nonostante l'endpoint primario non sia stato raggiunto, miglioramenti negli esiti clinici osservati nel gruppo Natalizumab giustificano ulteriori indagini per meglio chiarire il ruolo di questo farmaco nel trattamento dell'ictus ischemico acuto. ( Xagena2016 )

Fonte: International Stroke Conference, 2016

Neuro2016 Farma2016


Indietro

Altri articoli

Numerosi studi randomizzati hanno dimostrato l’efficacia e la sicurezza della trombectomia endovascolare nei pazienti con ictus ischemico di grandi dimensioni....


Evidenze recenti hanno suggerito un effetto benefico della trombectomia endovascolare nell'ictus ischemico acuto con ampio infarto; tuttavia, studi precedenti si...


L’incidenza a breve termine dell’ictus ischemico dopo un attacco ischemico transitorio ( TIA ) è elevata. Tuttavia, i dati sull’incidenza...


Sono state studiate l'efficacia e la sicurezza dell'infusione endovenosa di Tirofiban ( Aggrastat ) prima della trombectomia endovascolare nei pazienti...


È stato dimostrato che il doppio trattamento antipiastrinico riduce il rischio di recidiva di ictus rispetto alla sola Aspirina (...


La trombolisi endovenosa è sempre più utilizzata nei pazienti con ictus minore, ma il suo beneficio nei pazienti con ictus...


L'uso di antagonisti orali della Vitamina K ( VKA ) può esporre i pazienti sottoposti a trombectomia endovascolare ( EVT...


Il ruolo della terapia endovascolare per l'ictus acuto con un grande infarto non è stato ampiamente studiato nelle diverse popolazioni. È...


L'ictus ischemico nonostante la somministrazione di un anticoagulante orale diretto ( DOAC ) è sempre più comune e comporta un...


Studi precedenti hanno riportato l'effetto protettivo di Pioglitazone ( Actos ) sulla demenza nei pazienti con diabete mellito di tipo...