Benefici per i pazienti con infarto miocardico acuto trattati con Abciximab
Studi eseguiti sull’inibizione della glicoproteina ( GP ) IIb/IIIa nell’intervento coronarico percutaneo ( PCI ) primario hanno mostrato che che Abciximab migliora l’outcome clinico e angiografico, ma il ridotto campione esaminato e la variabilità nel disegno degli studi clinici hanno impedito di estendere questi risultati ad un più ampio numero di pazienti.
In 3266 pazienti sottoposti a PCI per infarto miocardico , il trattamento con Abciximab ha ridotto in modo significativo , a 30 giorni, l’end point composito di morte, di reinfarto o di rivascolarizzazione urgente del vaso bersaglio ( odds ratio, OR = 0.54 ).
E’ stato anche osservato un trend di riduzione della morte a 30 giorni , della morte o del reinfarto.
Il rischio ( odds ratio ) di emorragia con Abciximab è stato 1,74.
A 6 mesi, l’Abciximab ha sensibilmente ridotto l’incidenza di morte, di reinfarto o di rivascolarizzazione del vaso bersaglio ( OR = 0.80 ) , ed ha presentato un trend verso la riduzione della mortalità , e dell’end point composito di morte o di reinfarto.
Il trattamento con l’Abciximab è in grado di ridurre sensibilmente gli eventi ischemici avversi precoci .
Questo beneficio è stato mantenuto durante i 6 mesi del follow-up.( Xagena2004 )
Kandzari DE, et al, Am Heart J 2004; 147: 457-462
Cardio2004
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