Età ed esiti nell'infarto miocardico con innalzamento del segmento ST trattato con intervento coronarico percutaneo primario


Per comprendere l'influenza dell'età sul trattamento e sugli esiti, è stato analizzato il più grande gruppo di pazienti di 75 anni o più con infarto miocardico con sopraslivellamento del segmento ST ( STEMI ) trattati con intervento coronarico percutaneo ( PPCI ) in uno studio clinico.

Sono stati analizzati i dati di 5.745 pazienti nello studio APEX AMI ( Assessment of Pexelizumab in Acute Myocardial Infarction ) nel periodo 2004-2006.
L'età è stata analizzata in modo continuo e secondo 3 gruppi: età inferiore a 65 anni ( n=3.410 ), tra 65 e 74 anni ( n=1.358 ), e 75 anni o più ( n=977 ).

Le principali misure di esito sono state la mortalità a 90 giorni e l'esito composito di insufficienza cardiaca congestizia, shock o morte a 90 giorni.

I pazienti anziani avevano una più alta incidenza di ipertensione, malattia polmonare ostruttiva cronica, angina precedente e precedente rivascolarizzazione.
In questi pazienti la classe Killip era più alta, il successo angiografico inferiore dopo procedura PCI primaria, e la ridotta risoluzione del segmento ST, con più alti tassi di eventi clinici durante il ricovero ospedaliero, tra cui complicanze meccaniche, elettriche ed emorragiche.

C'è stato un uso più ridotto di farmaci aggiuntivi di breve periodo ma un uso simile di farmaci di dimissione negli anziani rispetto ai pazienti più giovani.
I tassi di mortalità a 90 giorni sono stati del 2.3%, 4.8% e13.1%; i tassi dell'esito composito sono stati del 5.9%, 11.9% e 22.8% per i pazienti di età inferiore a 65 anni, tra 65 e 74 anni e di 75 anni o più, rispettivamente.

Dopo aggiustamento multivariato, l'età è stato il più forte predittore indipendente di mortalità a 90 giorni ( hazard ratio, HR=2.07 per 10 anni di aumento ).

In conclusione, i pazienti anziani hanno una minore incidenza di successo procedurale immediato e più complicanze post-infartuali.
L'età è il più forte predittore di mortalità a 90 giorni nei pazienti con infarto STEMI, sottoposti a intervento coronarico percutaneo primario.
Nonostante l'implementazione della procedura PCI per infarto miocardico con sopraslivellamento del segmento ST nei pazienti più anziani, il rischio precoce rimane elevato, richiedendo una continua attenzione al miglioramento dei risultati in questa popolazione sensibile. ( Xagena2011 )

Gharacholou SM et al, Arch Intern Med 2011; 171: 559-567



Cardio2011



Indietro

Altri articoli

Il profilo beneficio-rischio della Bivalirudina ( Angiox ) rispetto alla terapia anticoagulante con Eparina nei pazienti con infarto miocardico senza...


Il beneficio della rivascolarizzazione completa nei pazienti più anziani ( 75 anni di età e oltre ) con infarto miocardico...


Le linee guida per l'infarto miocardico con sopraslivellamento del tratto ST ( STEMI ) raccomandano un trattamento farmaco-invasivo se l'intervento...


Precedenti studi randomizzati di Bivalirudina ( Angiox ) versus Eparina nei pazienti con infarto miocardico con sopraslivellamento del segmento ST...


Precedenti studi con ecocardiografia bidimensionale senza contrasto hanno riportato una incidenza di trombi nel ventricolo sinistro dal 3% al 24%...


La disfunzione ventricolare sinistra postinfartuale residua e significativa, nonostante un intervento coronarico percutaneo ( PCI ) tecnicamente riuscito per infarto miocardico con sopraslivellamento ST...


In una analisi secondaria dello studio SECURE-PCI, una dose di carico periprocedurale di Atorvastatina ( Lipitor, Torvast ) ha ridotto...


La gestione dell'infarto miocardico con sopraslivellamento del tratto ST ( STEMI ) coinvolge l'intervento coronarico percutaneo ( PCI ) primario, con...


Dallo studio randomizzato NORSTENT è emerso che gli stent medicati di seconda generazione e gli stent di metallo nudo presentavano...


La trombectomia durante l'intervento coronarico percutaneo primario ( PPCI ) per infarto miocardico con sopraslivellamento del tratto ST ( STEMI...