DANAMI 3-iPOST: nessun significativo beneficio con il postcondizionamento ischemico dopo infarto STEMI
Il postcondizionamento ischemico nei pazienti con infarto miocardico con sopraslivellamento ST ( STEMI ) non è riuscito a ridurre in modo significativo la mortalità per qualsiasi causa o l’ospedalizzazione per insufficienza cardiaca nello studio DANAMI 3-iPOST.
A un follow-up medio di 37.5 mesi, l'endpoint primario composito di mortalità per qualsiasi causa e di ospedalizzazione per insufficienza cardiaca si è verificato in 69 di 617 pazienti con infarto STEMI che hanno ricevuto angioplastica standard e in 65 di 617 pazienti sottoposti a postcondizionamento ischemico.
La differenza del 7% ( hazard ratio, HR=0.93 ) non era statisticamente significativa.
Riguardo alla mortalità per qualsiasi causa, la riduzione nel gruppo postcondizionamento ischemico è stata del 25%, che si è verificata in 50 pazienti, contro 38 nel gruppo trattato in modo convenzionale ( HR=0.75 ), ma questa differenza non ha raggiunto la significatività statistica.
Trenta pazienti in ciascun gruppo hanno richiesto ospedalizzazione per insufficienza cardiaca.
Tuttavia, un miglioramento nell’endpoint secondario della frazione di eiezione del ventricolo sinistro superiore al 45% nei pazienti con infarti anteriori era statisticamente significativa, e si è verificata nel 72% dei pazienti nel gruppo angioplastica normale e nell'80% di quelli del gruppo postcondizionamento ischemico.
Questo potrebbe tradursi in un miglioramento della sopravvivenza con un più lungo follow-up.
I pazienti nello studio DANAMI 3-iPOST, che avevano un'età media di 61 anni, presentavano sintomi di infarto STEMI acuto di durata inferiore a 12 ore al momento della randomizzazione.
Questi pazienti sono stati seguiti per almeno 2 anni.
Il postcondizionamento ischemico è una variante della angioplastica che comporta occlusioni di 30 secondi ciascuna a partire da 30 secondi dopo l’inizio della riperfusione; le occlusioni sono separate l’una dall’altra da un periodo anch’esso della durata di 30 secondi.
Precedenti studi avevano mostrato che il postcondizionamento ischemico migliora la risoluzione del segmento ST, riduce il danno al muscolo cardiaco, e, in alcuni pazienti, limita l'entità del danno da riperfusione. ( Xagena2016 )
Fonte: American College of Cardiology ( ACC ) Meeting, 2016
Cardio2016 Chiru2016
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