Rivascolarizzazione completa con PCI multivasale per infarto miocardico
Nei pazienti con infarto miocardico con sopraslivellamento del segmento ST ( STEMI ), l'intervento coronarico percutaneo ( PCI ) della lesione culprit riduce il rischio di morte cardiovascolare o infarto miocardico.
Non è chiaro se la procedura PCI delle lesioni non-culprit riduca ulteriormente il rischio di tali eventi.
Sono stati assegnati in modo casuale i pazienti con infarto STEMI e malattia coronarica multivasale che erano stati sottoposti con successo a intervento PCI della lesione culprit a una strategia di rivascolarizzazione completa con PCI delle lesioni non-culprit angiograficamente significative o a nessuna ulteriore rivascolarizzazione.
La randomizzazione è stata stratificata in base alla tempistica prevista di PCI della lesione non-culprit (durante o dopo il ricovero indice). Il primo esito coprimario era il composito di morte cardiovascolare o infarto del miocardio; il secondo esito coprimario era il composito di morte cardiovascolare, infarto del miocardio o rivascolarizzazione guidata dall'ischemia.
A un follow-up mediano di 3 anni, il primo esito coprimario si era verificato in 158 dei 2.016 pazienti ( 7.8% ) nel gruppo con rivascolarizzazione completa rispetto a 213 pazienti su 2.025 ( 10.5% ) nel gruppo procedura PCI della sola lesione culprit ( hazard ratio, HR=0.74; P=0.004 ).
Il secondo esito co-primario si era verificato in 179 pazienti ( 8.9% ) nel gruppo con rivascolarizzazione completa rispetto a 339 pazienti ( 16.7% ) nel gruppo PCI della sola lesione culprit ( HR 0.51; P minore di 0.001 ).
Per entrambi gli esiti coprimari, il beneficio della rivascolarizzazione completa è stato costantemente osservato indipendentemente dalla tempistica prevista delal procedura PCI della lesione non-culprit ( P=0.62 e P=0.27 per l'interazione per il primo e il secondo esito coprimario, rispettivamente ).
Tra i pazienti con infarto miocardico con sopraslivellamento ST e malattia coronarica multivasale, la rivascolarizzazione completa è stata superiore all'intervento coronarico percutaneo riservato sola lesione culprit nel ridurre il rischio di morte cardiovascolare o infarto del miocardio, nonché il rischio di morte cardiovascolare, infarto del miocardio o rivascolarizzazione guidata dall'ischemia. ( Xagena2019 )
Mehta SR et al, N Engl J Med 2019; 381: 1411-1421
Cardio2019
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