Rivascolarizzazione completa versus rivascolarizzazione della sola lesione responsabile dell' infarto miocardico con sopraslivellamento del segmento ST
Recentemente, lo studio COMPLETE ( Complete vs Culprit-Only Revascularization to Treat Multivessel Disease After Early PCI, intervento coronarico percutaneo ) per infarto STEMI ( infarto miocardico con sopraslivellamento del segmento ST ) ha mostrato che l'intervento PCI guidato da angiografia della lesione non-culprit con l'obiettivo di una rivascolarizzazione completa ha ridotto la morte cardiovascolare o un nuovo infarto miocardico rispetto alla procedura PCI della lesione culprit solo nell' infarto STEMI.
Non è certo se la rivascolarizzazione completa riduca anche la mortalità cardiovascolare. Inoltre, non è noto se l'associazione della rivascolarizzazione completa con gli esiti clinici sia coerente quando si utilizzano le strategie guidate dalla riserva frazionale di flusso ( FFR ) e dall’angiografia.
Si è determinato attraverso una revisione sistematica e una meta-analisi se la rivascolarizzazione completa sia associata a una diminuzione della mortalità cardiovascolare e se l'eterogeneità nell'associazione si verifica quando vengono eseguite strategie PCI guidate da riserva FFR e angiografia per lesioni non-culprit.
Sono stati cercati studi clinici randomizzati di confronto tra la rivascolarizzazione completa rispetto a procedura PCI della sola lesione colpevole in pazienti con infarto STEMI e malattia multivasale.
L’esito principale era la morte cardiovascolare e il composito di morte cardiovascolare o nuovo infarto miocardico.
Sono stati inclusi 10 studi clinici randomizzati che hanno coinvolto 7.030 pazienti. Il tempo medio ponderato di follow-up è stato di 29.5 mesi.
La rivascolarizzazione completa è stata associata a una morte cardiovascolare ridotta rispetto a intervento PCI della sola lesione culprit ( 80 su 3.191, 2.5%, vs 106 su 3.406, 3.1%; odds ratio, OR, 0.69; P=0.05 ; modello OR a effetti fissi, 0.74; P=0.04 ).
La mortalità per tutte le cause si è verificata in 153 pazienti su 3.426 ( 4.5% ) nel gruppo di rivascolarizzazione completa versus 177 su 3.604 ( 4.9% ) nel gruppo di rivascolarizzazione della sola lesione culprit ( OR, 0.84; P=0.13; I2=0% ).
La rivascolarizzazione completa è stata associata a una riduzione del composito di morte cardiovascolare o nuovo infarto miocardico ( 192 su 2.616, 7.3%, vs 266 su 2.586, 10.3%; OR, 0.69, P=0.001; modello a effetti fissi OR, 0.69; P minore di 0.001 ), senza eterogeneità in questo risultato quando la rivascolarizzazione completa è stata eseguita utilizzando una strategia guidata da FFR ( OR, 0.78 ) o una strategia guidata dall'angiografia ( OR, 0.61; P=0.52 per l'interazione ).
Nei pazienti con infarto STEMI e malattia multivasale, la rivascolarizzazione completa è stata associata a una riduzione della mortalità cardiovascolare rispetto a intervento coronarico percutaneo della sola lesione culprit.
Non c'è stata alcuna associazione differenziale con il trattamento tra le strategie guidate da riserva frazionale di flusso e guidate da angiografia sui principali esiti cardiovascolari. ( Xagena2020 )
Bainey KR et al, JAMA Cardiol 2020; 5: 881-888
Cardio2020
Indietro
Altri articoli
Evoluzione dell'infarto alla risonanza magnetica di diffusione dopo trombectomia nei pazienti con ictus acuto randomizzati a Nerinetide oppure placebo: studio REPERFUSE-NA1
Il neuroprotettore Nerinetide si è dimostrato promettente nel ridurre i volumi dell'infarto nei modelli di riperfusione ischemica dei primati. Si...
Impatto combinato dell’emicrania e dell’ipertensione indotta dalla gravidanza sul rischio a lungo termine di infarto miocardico prematuro e ictus
È noto che l’emicrania e l’ipertensione indotta dalla gravidanza ( PIH ) aumentino il rischio cardiovascolare. Tuttavia, l’evidenza è limitata...
Trombectomia endovascolare per ictus ischemico acuto con infarto di grandi dimensioni accertato
Evidenze recenti hanno suggerito un effetto benefico della trombectomia endovascolare nell'ictus ischemico acuto con ampio infarto; tuttavia, studi precedenti si...
Esiti a lungo termine con stent polimerici biodegradabili a eluizione di Sirolimus rispetto a stent polimerici durevoli a eluizione di Everolimus nell'infarto miocardico con sopraslivellamento del tratto ST: follow-up a 5 anni dello studio BIOSTEMI
Gli stent polimerici biodegradabili a eluizione di Sirolimus migliorano gli esiti clinici precoci correlati allo stent rispetto agli stent polimerici...
I benefici dell'uso dell'Aspirina nell'infarto del miocardio sono ridotti dall'uso delle statine nei pazienti senza malattia cardiovascolare aterosclerotica
Una meta-analisi ha evidenziato che l'impiego di Aspirina ( Acido Acetilsalicilico ) per la prevenzione dell'infarto del miocardio appare essere...
Bivalirudina versus Eparina durante intervento coronarico percutaneo nell’infarto miocardico senza sopraslivellamento del tratto ST
Il profilo beneficio-rischio della Bivalirudina ( Angiox ) rispetto alla terapia anticoagulante con Eparina nei pazienti con infarto miocardico senza...
Eventi di temperature estreme, particolato fine e mortalità per infarto miocardico
Gli eventi di temperature estreme ( ETE ), tra cui ondate di caldo e ondate di freddo, sono stati collegati...
Terapia endovascolare per ictus ischemico acuto con grande infarto
Il ruolo della terapia endovascolare per l'ictus acuto con un grande infarto non è stato ampiamente studiato nelle diverse popolazioni. È...
Intervento coronarico percutaneo completo o solo della lesione colpevole nei pazienti anziani con infarto miocardico
Il beneficio della rivascolarizzazione completa nei pazienti più anziani ( 75 anni di età e oltre ) con infarto miocardico...
STREAM-2: Tenecteplase a mezza dose o intervento coronarico percutaneo primario nei pazienti anziani con infarto miocardico con sopraslivellamento del tratto ST
Le linee guida per l'infarto miocardico con sopraslivellamento del tratto ST ( STEMI ) raccomandano un trattamento farmaco-invasivo se l'intervento...