Neuromodulazione con stimolazione transcutanea a basso livello del nervo vago nell'insufficienza cardiaca con frazione di eiezione preservata
Nei pazienti con insufficienza cardiaca e frazione di eiezione preservata ( HFpEF ), l'uso della neuromodulazione con stimolazione transcutanea a basso livello del nervo vago per un periodo di 3 mesi è stato associato a un miglioramento significativo dello strain ( deformazione ) longitudinale globale ( GLS ), delle citochine infiammatorie e della qualità di vita ( QOL ).
E' stato condotto uno studio clinico controllato, in doppio cieco, randomizzato per valutare l'effetto della stimolazione cronica del nervo vago per via transcutanea a basso livello sulla funzione cardiaca, sulla capacità di esercizio e sull'infiammazione nei pazienti con insufficienza HFpEF.
Tutti i pazienti nello studio sono stati assegnati in modo casuale in un rapporto 1:1 alla stimolazione del nervo vago per via transcutanea a basso livello, attiva o simulata, stratificata in base al sesso.
Gli endpoint coprimari dello studio a 3 mesi erano il rapporto tra la velocità Doppler del flusso mitralico iniziale e la velocità dell'anulus mitralico diastolico iniziale e il rapporto tra la velocità Doppler dell'afflusso mitralico iniziale e il parametro GLS.
Gli endpoint secondari includevano altri parametri ecocardiografici, 6 minuti di cammino, qualità di vita, livelli di peptidi natriuretici cerebrali ( BNP ), e di citochine sieriche.
Nel periodo 2018-2020, un totale di 132 pazienti sono stati sottoposti a screening per l'idoneità, con 52 arruolati nello studio.
Tra i 52 individui, 26 sono stati assegnati in modo casuale al gruppo di stimolazione transcutaneo a basso livello del nervo vago e 26 al gruppo fittizio.
Due pazienti di ciascun gruppo si sono ritirati dallo studio, lasciando così un totale di 48 partecipanti con dati completi per l'analisi finale.
L'età media dei pazienti era di 70.4 anni e il 70% dei partecipanti erano donne, la maggior parte delle quali aveva una storia di diabete, ipertensione e obesità.
L'aderenza al protocollo di stimolazione giornaliera ( cioè 4 o meno sessioni perse in media al mese ) è stata del 92% a 3 mesi in entrambi i bracci.
L'ampiezza media della stimolazione era rispettivamente di 22.9 mA e 23.0 mA nel gruppo di trattamento attivo e nel gruppo di trattamento simulato.
I risultati dello studio hanno mostrato che, sebbene il rapporto E/e´ all'esame Doppler non differisse tra i due bracci, sia lo strain longitudinale globale che i livelli di fattore di necrosi tumorale-alfa ( TNF-alfa ) a 3 mesi sono risultati migliorati in modo significativo nel gruppo di stimolazione transcutanea a basso livello del nervo vago, rispetto al gruppo trattamento simulato ( -18.6% vs -16.0%; P=0.002 e 8.9 pg/mL vs 11.3 pg/mL; P=0.007, rispettivamente ).
La riduzione dei livelli di TNF-alfa era associata in modo statisticamente significativo al miglioramento dello strain longitudinale globale ( P=0.001 ).
Il trattamento di stimolazione transcutaneo a basso livello del nervo vago ha migliorato la qualità di vita in 3 mesi, con un miglioramento significativamente maggiore rispetto al trattamento simulato, senza eventi avversi significativi segnalati.
I risultati dello studio sono a supporto del paradigma emergente della neuromodulazione non-invasiva per il trattamento dei pazienti selezionati con insufficienza cardiaca e frazione di eiezione preservata. ( Xagena2022 )
Fonte: Journal of American Heart Association, 2022
Cardio2022 Neuro2022
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