Riduzione della mortalità con inibizione della neprilisina e del recettore della angiotensina nella insufficienza cardiaca
La terapia di inibizione del recettore della angiotensina e della neprilisina ( ARNI ) ha dato un ulteriore beneficio di sopravvivenza incrementale ai pazienti con insufficienza cardiaca e ridotta frazione di eiezione ( HFrEF ) negli studi clinici.
Fino ad oggi, la stima dei potenziali benefici che potrebbero derivare dalla realizzazione ottimale della terapia ARNI a livello di popolazione non sono stati quantificati.
Si è cercato di definire i vantaggi previsti per i decessi prevenuti o posticipati con la implementazione completa della terapia ARNI nei pazienti con insufficienza cardiaca e ridotta frazione di eiezione negli Stati Uniti.
I criteri di ammissibilità alla terapia ARNI, le stime basate sulla popolazione di pazienti con insufficienza cardiaca e ridotta frazione di eiezione negli Stati Uniti, e i numeri necessari da trattare per avere episodi di morte sono stati ottenuti da fonti pubblicate.
I potenziali numeri di decessi prevenuti o posticipati grazie ad ARNI sono stati stimati con analisi di sensibilità.
L’esito principale era la mortalità per tutte le cause.
Su 2.736.000 pazienti con insufficienza cardiaca e ridotta frazione di eiezione negli Stati Uniti, 2.287.296 ( 84% ) sono stati ritenuti candidati alla terapia ARNI.
Si è stimato che l’implementazione ottimale della terapia ARNI possa evitare 28.484 decessi l'anno.
In conclusione, un numero consistente di decessi negli Stati Uniti potrebbe potenzialmente essere prevenuto con l'attuazione ottimale della terapia ARNI.
Questi dati sostengono l’attuazione tempestiva degli elementi di prova nella pratica, perché ciò può avere un impatto significativo sulla salute della popolazione tra i pazienti con insufficienza cardiaca e ridotta frazione di eiezione. ( Xagena2016 )
Fonarow GC et al, JAMA Cardiol 2016; 1: 714-717
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