Terapia di resincronizzazione cardiaca in pazienti con insufficienza cardiaca asintomatica o leggermente sintomatica in relazione all’eziologia


Uno studio ha determinato gli effetti della terapia di resincronizzazione cardiaca rispetto all’eziologia di insufficienza cardiaca nei pazienti dello studio REVERSE ( REsynchronization reVErses Remodeling in Systolic Left vEntricular Dysfunction ).

La terapia di resincronizzazione cardiaca migliora gli esiti nell’insufficienza cardiaca di classe funzionale NYHA III/IV con QRS largo con un effetto più pronunciato sul rimodellamento inverso ventricolare sinistro in pazienti non-ischemici.

In totale, 277 pazienti con cardiopatia non-ischemica e 333 con malattia cardiaca ischemica in classe NYHA I o II con QRS maggiore o uguale a 120 ms e frazione di eiezione ventricolare sinistra inferiore o uguale a 40% sono stati sottoposti a terapia di resincronizzazione cardiaca ( con o senza defibrillatore cardioverter impiantabile ) e sono stati randomizzati a terapia di resincronizzazione cardiaca ON ( CRT-ON ) o OFF ( CRT-OFF ) per 12 mesi.

L’endpoint primario era rappresentato dalla percentuale di pazienti con peggioramento della risposta composita clinica di insufficienza cardiaca.

Al basale, i pazienti con cardiopatia ischemica erano significativamente più anziani, con più comorbilità e meno dissincronia rispetto a quelli con cardiopatia non-ischemica.

Nei pazienti con cardiopatia non-ischemica, il 10% è peggiorato nel gruppo terapia di resincronizzazione cardiaca ON contro il 19% nel gruppo terapia di resincronizzazione cardiaca OFF ( p=0.01 ), e nei pazienti con cardiopatia ischemica le percentuali si sono attestate, rispettivamente, su 20% e 24% nei due gruppi ON e OFF ( p=0.10 ).

I pazienti con cardiopatia non-ischemica assegnati alla terapia di resincronizzazione cardiaca ON hanno mostrato un miglioramento maggiore nell’indice di volume telesistolico ventricolare sinistro rispetto a quelli con cardiopatia ischemica.

La randomizzazione a terapia di resincronizzazione cardiaca, il blocco di branca sinistro e la più ampia durata del QRS hanno predetto in modo indipendente la risposta a entrambi gli endpoint, mentre l’eziologia non-ischemica è risultata predittrice indipendente solamente dell’indice di volume telesistolico ventricolare sinistro.

In conclusione, questo sottostudio del REVERSE ha mostrato che la terapia di resincronizzazione cardiaca è in grado di revertire il rimodellamento ventricolare sinistro con un effetto maggiore sui pazienti non-ischemici, ma l’eziologia non è comunque risultata essere un predittore indipendente della risposta clinica. ( Xagena2010 )

Linde C et al, J Am Coll Cardiol 2010; 56: 1826-1831


Cardio2010



Indietro

Altri articoli

Nei pazienti con insufficienza cardiaca e frazione di eiezione ridotta ( HFrEF ), i disturbi respiratori del sonno, comprendenti l’apnea...


L’attività fisica è fondamentale nella gestione dell’insufficienza cardiaca con frazione di eiezione ridotta e la camminata integrata nella vita quotidiana...



Gli inibitori del co-trasportatore sodio-glucosio di tipo 2 ( SGLT2 ) riducono il rischio di ospedalizzazione per insufficienza cardiaca nei...


Non è noto se i benefici degli inibitori del cotrasportatore sodio-glucosio di tipo 2 ( SGLT2 ) nell’insufficienza cardiaca persistano...


L'insufficienza cardiaca ( HF ) è una complicanza potenzialmente pericolosa per la vita del trattamento del tumore infantile. È stato valutato...


ET-1 ( endotelina-1 ) è implicato nella fisiopatologia dell'insufficienza cardiaca e della malattia renale. La sua importanza prognostica e la...


Gli inibitori del co-trasportatore sodio-glucosio 2 ( SGLT2 ) sono emersi come trattamento fondamentale per i pazienti con insufficienza cardiaca...


La carenza di ferro, con o senza anemia, è un fattore prognostico sfavorevole nell’insufficienza cardiaca ( HF ). Nello studio...


Nello studio DELIVER ( Dapagliflozin Evaluation to Improve the Lives of Patients With Preserved Ejection Fraction Heart Failure ), Dapagliflozin...