Prolungamento dell’intervallo QTc nei pazienti con diabete di tipo 1: incidenza e fattori di rischio


Il prolungamento del QT corretto ( QTc ) è predittivo di mortalità cardiovascolare sia nella popolazione generale che tra i soggetti affetti da diabete.

E’ stata valutata l’incidenza a 7 anni ed i fattori di rischio del QTc prolungato nelle persone con diabete di tipo I, nell’ambito del EURODIAB Prospective Complication Study.

Un totale di 1415 soggetti con diabete di tipo I, che avevano normale QTc al basale, sono stati riesaminati dopo un periodo di follow-up di 7 anni.
Il QTc maggiore di 0,44 secondi è stato considerato anormalmente prolungato.

L’incidenza comulativa di QTc prolungato è stata del 18.7%; due volte maggiore nelle donne che negli uomini ( 24,5% versus 13.9%; p
All’esame basale, i casi incidenti erano più anziani e meno fisicamente attivi rispetto ai casi non-incidenti, avevano più alti valori medi di pressione sistolica e di colesterolo HDL, e più alte frequenze di ipertensione, malattia coronarica e polineuropatia simmetrica distale.

Nelle analisi di regressione logistica multivariata, il sesso femminile ed i più alti valori di emoglobina glicata ( HbA1c ) e la pressione sistolica erano associati al rischio di prolungamento del QTc, mentre l’attività fisica e l’indice di massa corporea ( BMI ) entro il range 21.5-23.2 kg/m2 erano fattori protettivi.

Nelle donne, l’associazione con fattori modificabili, soprattutto BMI, era più forte che negli uomini.

I dati dello studio hanno dimostrato che nei soggetti affetti da diabete di tipo 1, nella coorte EURODIAB, il sesso femminile, l’emoglobina glicata e la pressione sistolica sono predittori di prolungamento di QTc, mentre l’attività fisica e l’indice BMI compreso nel range 21.5-23.2 kg/m2 svolgono un ruolo protettivo.
Queste scoperte sono clinicamente rilevanti perché aiutano ad individuare i pazienti a più alto rischio di prolungamento del QTc. ( Xagena2007 )

Giunti S et al, Diabetes Care 2007; 30: 2057-2063


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