Trattamento precoce dell’ipertiroidismo subclinico per evitare la progressione della malattia cardiaca
L’ipertiroidismo subclinico è risultato associato a reazioni avverse cardiache.
Lo studio ha valutato gli effetti cardiaci della normalizzazione delle concentrazioni plasmatiche di TSH nei pazienti con ipertiroidismo subclinico endogeno.
Sono stati arruolati 10 pazienti di età media 59 anni, range 16-17, con normali concentrazioni sieriche di FT4 ed FT3 e con stabile soppressione dei livelli sierici di TSH.
I pazienti sono stati rivalutati dopo aver raggiunto l’eutiroidismo impiegando Metimazolo ( Tapazole ) ad un dosaggio medio di 20 mg/die ( 10-30 mg/die ).
Dopo aver raggiunto l’eutiroidismo è stata osservata una significativa riduzione nella frequenza cardiaca ( p=0.008 ), nel numero totale di battiti durante le 24 ore ( p=0.004 ) e nel numero di battiti prematuri atriali ( p=0.002 ) e ventricolari ( p=0.003 ).
All’esame ecocardiografico è emersa una riduzione dell’indice di massa ventricolare sinistra ( p=0.009 ) dello spessore del setto intraventricolare ( p=0.008 ) e dello spessore della parete posteriore ventricolare sinistra ( p=0.004 ) alla diastole.
I livelli sierici di FT4 che erano normali prima del trattamento si sono ridotti in modo significativo dopo aver raggiunto l’eutiroidismo ( p=0.002 ).
Al contrario non sono state osservate variazioni prima e dopo il trattamento per i valori di FT3.
Sulla base dei dati dello studio, il trattamento precoce con farmaci antitiroidei nell’ipertiroidismo subclinico endogeno può prevenire la progressione della malattia cardiaca. ( Xagena 2003 )
Sgarbi JA et al, J Clin Endocrinol Metab 2003; 88:1672-1677
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