Un più alto rapporto di escrezione sodio-potassio è associato ad un aumento del rischio di successiva malattia cardiovascolare


Precedenti studi sugli effetti dose-risposta della normale assunzione di sodio e potassio sulla successiva malattia cardiovascolare si sono basati su misure subottimali di assunzione.

Ricercatori di un Progetto di ricerca collaborativo ha utilizzato i dati di 2 studi clinici sulla riduzione del sodio e su altri interventi raccolti in campioni di urine prodotti nel corso di 24 ore nel corso di un periodo di 18 mesi tra settembre 1987 e gennaio 1990 ( Trials of Hypertension Prevention [ TOHP ] I ), e durante 36 mesi tra dicembre 1990 e aprile 1995 ( Trials of Hypertension Prevention [ TOHP ] II ), negli adulti di età compresa tra 30 e 54 anni, affetti da ipertensione.

Tra gli adulti non assegnati a ricevere un attivo intervento per la riduzione del sodio, è stata valutata la relazione tra una media di 3-7 escrezioni urinarie di sodio e potassio nel corso di 24 ore e il rapporto con una successiva malattia cardiovascolare ( ictus, infarto del miocardio, rivascolarizzazione coronarica o mortalità cardiovascolare ) nei 10-15 anni di osservazione dopo lo studio.

Tra i 2.974 partecipanti, le informazioni di follow-up sono state ottenute per 2.275 partecipanti ( 76,5% ) con 193 eventi cardiovascolari.

Dopo aggiustamento per le variabili al basale e i cambiamenti nello stile di vita, è stata osservata una tendenza non significativa nel rischio cardiovascolare tra i quartili sesso-specifici di secrezioni urinarie di sodio ( rapporto [ RR ] dal più basso al più alto: 1.00, 0.99, 1.16 e 1.20; P = 0.38 per la tendenza ) e potassio ( RR: 1.00, 0.94, 0.91 e 0.64; P = 0.08 per la tendenza ) ma una tendenza significativa nei quartili del rapporto tra l’escrezione di sodio e potassio ( RR: 1.00, 0.84, 1.18 e 1.50; P = 0.04 per la tendenza ).

Nei modelli che contenevano entrambe le misure in modo simultaneo, gli effetti lineari sono stati i seguenti: RR: 1.42 per 100 mmol/24 ore di escrezione urinaria di sodio ( P = 0.05 ); e 0.67 per 50 mmol/24 ore di secrezione urinaria di potassio ( P = 0.12 ).
Un modello contenente il rapporto tra le escrezioni di sodio e potassio ( RR: 1.24; P = 0.01 ) ha mostrato il più basso punteggio all’analisi bayesiana.

In conclusione, un più alto rapporto di escrezione sodio-potassio è associato ad un aumento del rischio di successiva malattia cardiovascolare, con un più forte effetto rispetto a quello del sodio o del potassio da soli. ( Xagena2009 )

Cook NR et al, Arch Intern Med 2009;169: 32-40


Nefro2009 Cardio2009


Indietro

Altri articoli

La relazione tra assunzione di sodio e malattie cardiovascolari rimane controversa, in parte a causa della valutazione imprecisa dell'assunzione di...


Una maggiore assunzione di sodio, misurata in più campioni di urina delle 24 ore, è stata associata a un maggior...


L'iperkaliemia è una complicanza comune del diabete mellito di tipo 2 ( T2DM ) e limita l'uso ottimale di agenti...


Il valore prognostico della dinamica e del monitoraggio del potassio a lungo termine nella insufficienza cardiaca non è stato completamente...


Gli anticorpi sono stati implicati nella patogenesi della sclerosi multipla perché sono state trovate immunoglobuline nel liquido cerebrospinale dei pazienti...


Trentasette adulti caucasici ( 9 maschi e 28 femmine ) con rosacea eritemato-teleangectasica accompagnata da sensazione di dolore urente e...


La sclerosi multipla è una malattia demielinizzante infiammatoria cronica del sistema nervoso centrale.Molte osservazioni suggeriscono per la malattia una patogenesi...


Studi di laboratorio suggeriscono che nel contesto della ischemia cardiaca, la somministrazione endovenosa immediata di Glucosio – Insulina -Potassio (...


Le lineeguida pratiche raccomandano di mantenere i livelli sierici di potassio tra 4.0 e 5.0 mEq/L in pazienti con infarto...


L'obiettivo di uno studio è stato quello di valutare la relazione tra il livello di assunzione abituale di potassio e...