Controllo intensivo della pressione sanguigna nella malattia renale cronica


Studi osservazionali hanno mostrato una relazione diretta e progressiva tra la pressione sanguigna e la malattia renale allo stadio terminale.
Il burden della malattia renale cronica correlata all’ipertensione e della malattia renale allo stadio terminale è elevato soprattutto nella popolazione nera.

Sono ancora pochi comunque gli studi che hanno valutato se un controllo intensivo della pressione sanguigna sia in grado di ritardare la progressione della malattia renale cronica tra i pazienti di razza nera.

In uno studio, 1094 pazienti neri con malattia renale cronica ipertensiva sono stati assegnati in maniera casuale a ricevere trattamento standard o intensivo per il controllo della pressione sanguigna e dopo aver completato la fase di studio, i pazienti sono stati invitati ad arruolarsi in una fase di coorte nella quale l’obiettivo pressorio era inferiore a 130/80 mmHg.

L’esito clinico primario nella fase di coorte era la progressione della malattia renale cronica, definita come raddoppio dei livelli sierici di creatinina, diagnosi di malattia renale allo stadio terminale o decesso; il periodo di follow-up ha avuto una durata tra 8.8 e 12.2 anni.

Durante la fase di studio, la pressione sanguigna media è stata di 130/78 mmHg nel gruppo controllo intensivo e 141/86 mmHg nel gruppo controllo standard, mentre durante la fase di coorte i corrispondenti valori pressori medi sono stati 131/78 mmHg e 134/78 mmHg.

In entrambe le fasi, non sono emerse differenze significative tra i gruppi per quanto riguarda il rischio di esito primario ( hazard ratio nel gruppo controllo intensivo, HR=0.91; P=0.27 ), ma tuttavia gli effetti sono stati diversi in accordo con il livello basale di proteinuria ( P=0.02 per l’interazione ), con un beneficio potenziale nei pazienti con un rapporto proteine/creatinina superiore a 0.22 ( HR=0.73; P=0.01 ).

In conclusione, nell’analisi generale il controllo intensivo della pressione sanguigna non ha avuto effetti sulla progressione della malattia renale, ma potrebbero esserci tuttavia effetti differenziali nel controllo intensivo della pressione sanguigna in pazienti con e senza proteinuria al basale. ( Xagena2010 )

Appel LJ et al, N Engl J Med 2010; 363: 918-929


Cardio2010 Nefro2010



Indietro

Altri articoli

Il Paracetamolo ( Tachipirina ) è ampiamente utilizzato come terapia di prima linea per il dolore cronico a causa della...


Dapagliflozin ( Farxiga ) ha migliorato l'insufficienza cardiaca e gli esiti renali nei pazienti con diabete di tipo 2 (...


L'inerzia del trattamento è una barriera riconosciuta al controllo della pressione sanguigna e sono necessarie strategie di trattamento più semplici...


L'effetto clinico dell'insufficienza renale sull'emorragia intracerebrale ( ICH ) non è noto. Si è cercato di valutare se la velocità...


L'abbassamento della pressione sanguigna è una strategia consolidata per prevenire le complicanze microvascolari e macrovascolari del diabete, ma il suo...


Elevati livelli di troponina cardiaca T ad alta sensibilità ( hscTnT ) e di frammento N-terminale del propeptide natriuretico di...


Precedenti studi sulla denervazione renale basati su catetere hanno riportato risultati di efficacia variabili. Sono state valutate la sicurezza e...


Si è valutato se la somministrazione di farmaci antinfiammatori non-steroidei ( FANS ) post-partum sia associata a un aumento della...


La risposta all'abbassamento intensivo della pressione arteriosa nell'emorragia intracerebrale ( ICH ) acuta può variare a seconda del grado di...


Gli studi clinici che applicano la denervazione renale con radiofrequenza basata su catetere ( RDN ) hanno dimostrato un profilo...