Sicurezza ed efficacia della pressione sanguigna bassa tra i pazienti con diabete


Si è cercato di determinare se i livelli di pressione arteriosa a cui si ottiene protezione cardiovascolare differiscono tra i pazienti diabetici e quelli non-diabetici nello studio ONTARGET (ONgoing Telmisartan Alone and in combination with Ramipril Global Endpoint Trial ).

Un totale di 25.584 pazienti ( 9.603 diabetici ), di età superiore a 55 anni, ad alto rischio cardiovascolare, sono stati randomizzati a Ramipril, Telmisartan, o entrambi.

Il periodo osservazionale è stato di 4.6 anni.

Sono stati raggruppati i bracci di trattamento per esaminare le relazioni tra pressione sanguigna ed esito primario composito ( morte cardiovascolare, infarto miocardico non-fatale o ictus, o ricovero per insufficienza cardiaca ) e i suoi componenti.

L'esito primario si è verificato in 1.938 pazienti con diabete mellito ( 20.2% ) e in 2.276 pazienti non-diabetici ( 14.2% ).

Rispetto ai pazienti senza diabete, i pazienti diabetici hanno avuto un rischio significativamente più alto per l'endpoint primario ( hazard ratio, HR=1.48 ) e per la mortalità cardiovascolare ( HR=1.56 ), infarto del miocardio ( HR=1.30 ), ictus ( HR=1.39 ) e ospedalizzazione per insufficienza cardiaca congestizia ( HR=2.06 ).

Il rischio cardiovascolare è risultato significativamente più alto nei pazienti affetti da diabete mellito, rispetto ai pazienti non-diabetici, indipendentemente dalle variazioni della pressione arteriosa sistolica durante il trattamento.

In entrambi i gruppi di pazienti, diabetici e non-diabetici, una progressiva riduzione della pressione arteriosa sistolica è stata accompagnata da una riduzione dei rischi per l'esito primario, solo se i livelli della pressione sistolica al basale variavano da 143 a 155 mmHg.
Ad eccezione dell’ictus, non vi è stato alcun vantaggio negli esiti cardiovascolari fatali o non-fatali, riducendo la pressione sistolica al di sotto di 130 mmHg.

In conclusione, il rapporto tra pressione sanguigna e rischio cardiovascolare complessivo ha un andamento simile nei pazienti con o senza diabete in un ampio intervallo di valori di pressione arteriosa al basale e in corso di trattamento, sebbene, per i medesimi valori di pressione sistolica, un rischio maggiore si osservi nei pazienti diabetici. ( Xagena2012 )

Redon J et al, J Am Coll Cardiol 2012; 59: 74-83


Cardio2012 Endo2012



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