I calcioantagonisti Diltiazem e Verapamil possono ridurre la mortalità nel lungo periodo ed il re-infarto nei pazienti con infarto miocardico non-Q senza congestione polmonare
Uno studio retrospettivo ha cercato di valutare l’effetto a lungo tempo deicalcioantagonisti che riducono la frequenza cardiaca, Diltiazem ( Dilzene, Tildiem ) e Verapamil ( Isoptin ), sull’insorgenza di eventi cardiaci e sulla mortalità totale nei pazienti che hanno avuto un infarto miocardico non-Q, senza congestione polmonare.
Nell’arco di 12-52 mesi sono morti 81 ( 9,9% ) pazienti su 817 soggetti esaminati L’incidenza di mortalità non-standardizzata è risultata del 42% più bassa nei pazienti sottoposti a terapia con calcio-antagonisti rispetto al placebo ( 7,2% vs 12,4%, p=0,01 ). I pazienti con infarto non-Q morti nel corso del periodo di follow-up avevano una maggiore età rispetto ai sopravvissuti ( 62 vs 58 anni, p=0,001 ).
Sono stati individuati inoltre altri fattori che presentavano un’associazione indipendente con la mortalità per tutte le cause: uso dei diuretici, diabete mellito, classe NYHA > 1( RR 1,73 ).
Il rischio di mortalità totale standardizzato associato al trattamento con calcioantagonisti è stato dello 0,65.
Un totale di 153 (18,7%) pazienti sono morti o sono incorsi in un altro infarto miocardico non-fatale.
L’evento combinato non-standardizzato è stato del 31% più basso nei pazienti assegnati al trattamento con calcio-antagonisti rispetto al placebo ( 15,2% vs 21,9%, p < 0.006 ).
I fattori correlati agli eventi cardiaci sono stati: età, diabete, impiego dei diuretici e precedente infarto miocardico. ( Xagena2000 )
Gibson RS et al, Am J Cardiol 2000; 86: 275-279
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