La scarsa responsività al Clopidogrel associata ad aumentato rischio di infarto miocardico e di trombosi dello stent nei pazienti con impianto di stent medicati


Una ridotta risposta antiaggregante piastrinica al Clopidogrel ( Plavix ) può predire un infarto miocardico e il rischio di trombosi dello stent, ma non la mortalità, dopo impianto di uno stent a rilascio di farmaco.

Dalla sottoanalisi del registro ADAPT-DES, i pazienti la cui conta piastrinica è rimasta elevata ( più di 208 unità ) hanno avuto un rischio di trombosi dello stent 2.5 volte più alto e il 42% di aumento del rischio di infarto del miocardio nel primo anno dopo l'impianto di stent.
Tuttavia, la riduzione del rischio di sanguinamento maggiore nei pazienti che hanno effettivamente ottenuto una dose più bassa di farmaco ha avuto un impatto maggiore sulla mortalità.

Lo studio ha coinvolto più di 8.500 pazienti trattati con successo con uno stent a eluizione di farmaco e duplice terapia antiaggregante con Clopidogrel e Acido Acetilsalicilico ( Aspirina ).
Il follow-up è stato di 1 anno.

La reattività piastrinica residua ( livello PRU [ unità di reazione piastrinica ] mediante VerifyNow ) al di sopra di 208 è stata associata a un tasso di certa o probabile trombosi dello stent dello 0.5% rispetto al 1.3% tra i pazienti con livelli più elevati ( P =0.001 ).

I risultati sono stati simili per l'infarto del miocardio, che era del 42% più probabile con una elevata reattività piastrinica residua durante trattamento con Clopidogrel dopo impianto di stent, all'analisi multivariata ( 3.9% versus 2.7%, p=0.01 ).

Tuttavia, il tasso di sanguinamento maggiore, come previsto, è risultato inversamente proporzionale all’efficacia del controllo dell’attivazione piastrinica: più basso nel gruppo ad alto PRU con Clopidogrel al 5.6%, contro il 6.7% nel gruppo basso PRU ( P=0.002 ).

L'effetto combinato sulla mortalità per qualsiasi causa è stato neutro per l’iporesponsività al Clopidogrel ( hazard ratio aggiustato, HR=1.20, P=0.30 ).

Al contrario, l’iporesponsività all’Acido Acetilsalicilico non è risultata associata a un rischio significativo all'analisi multivariata per la trombosi dello stent, infarto miocardico o di mortalità; l’Acido Acetilsalicilico ha solamente un impatto sui sanguinamenti maggiori ( HR=0.65, p=0.04 ). ( Xagena2012 )

Fonte: Transcatheter Cardiovascular Therapeutics ( TCT ) Conference, 2012


Cardio2012 Farma2012


Indietro

Altri articoli

È noto che l’emicrania e l’ipertensione indotta dalla gravidanza ( PIH ) aumentino il rischio cardiovascolare. Tuttavia, l’evidenza è limitata...


I pazienti di età pari o inferiore a 50 anni che hanno sofferto di un infarto miocardico e hanno malattie...


E' stato studiato l'Acido Linoleico dietetico e le concentrazioni plasmatiche in relazione al rischio di diabete di tipo 2 nei...


I risultati di studi storici suggeriscono che un colesterolo LDL elevato non è associato a un aumento del rischio di...


Gli studi attuali che hanno valutato il rischio di ictus, infarto del miocardio e decesso nei pazienti sottoposti a terapia...


Sebbene l'infarto miocardico silente rappresenti circa la metà del numero totale di infarti miocardici, il rischio di insufficienza cardiaca tra...


L’aumento del rischio di demenza dopo infarto miocardico può essere mediato da fattori di rischio condivisi ( ad esempio, aterosclerosi...


Uno studio ha dimostrato che i pazienti con malattia infiammatoria intestinale sono a maggior rischio di infarto miocardico. L'infiammazione cronica è...


L’attività di malattia dell' artrite reumatoide e l'infiammazione sistemica associata sono state collegate a gravi infezioni, infarto del miocardio ed...


L'infarto miocardico silente è associato a un aumentato rischio a lungo termine di insufficienza cardiaca. Sebbene l'infarto miocardico silente rappresenti circa...