Patogenesi della sindrome del QT lungo associata ad autoimmunità
Prove cliniche emergenti dimostrano un'alta prevalenza del prolungamento dell'intervallo QTc e di aritmie ventricolari complesse in pazienti con malattie autoimmuni positive agli anticorpi anti-Ro ( anti-Ro Ab ).
È stata verificata l'ipotesi secondo cui gli anticorpi anti-Ro siano diretti contro il canale del K+ HERG ( human ether-a-go-go–related gene ), che conduce la corrente IKr ( rapida ), causando la ripolarizzazione tardiva vista come prolungamento dell’intervallo QT all’ECG ( elettrocardiogramma ).
I sieri positivi per gli anticorpi anti-Ro, le immunoglobuline G ( IgG ) purificate, e gli anticorpi anti-52 kDa Ro purificati per affinità di pazienti con malattie autoimmuni e prolungamento dell'intervallo QTc sono stati testati su IKr usando cellule HEK293 che esprimono il canale HERG e cardiomiociti nativi.
Dati elettrofisiologici e biochimici hanno dimostrato che gli anticorpi anti-Ro inibiscono IKr nel prolungare la durata del potenziale d'azione legando direttamente la proteina del canale HERG.
Le cavie immunizzate per l’antigene 52-kDa Ro hanno mostrato un prolungamento dell'intervallo QTc all’ECG dopo aver sviluppato titoli elevati di anticorpi anti-Ro, che hanno inibito IKr nativa e hanno cross-reagito con i canali ERG delle cavie.
In conclusione, è emerso che gli anticorpi anti-Ro di pazienti con malattie autoimmuni inibiscono IKr mediante una cross-reazione con il canale HERG probabilmente in corrispondenza della zona dei pori dove è presente omologia fra antigene anti-52-kDa Ro e canale HERG.
Il modello animale di prolungamento dell'intervallo QTc associato ad autoimmunità è il primo a fornire forti evidenze di un ruolo patogenetico degli anticorpi anti-Ro nello sviluppo di un prolungamento dell'intervallo QTc.
I pazienti adulti con anticorpi anti-Ro possono trarre beneficio dallo screening elettrocardiografico di routine e che quelli con il prolungamento del QTc ricevano consulenza sui farmaci che possono aumentare il rischio di aritmie pericolose per la vita. ( Xagena2015 )
Yue Y et al, Circulation 2015; 132: 230-240
Cardio2015
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