Pazienti con sindromi coronariche acute senza sopraslivellamento ST: effetto della Ranolazina sulla fibrillazione atriale
Uno studio ha valutato l'effetto della Ranolazina, un farmaco anti-ischemico con proprietè antiaritmiche, sul carico complessivo di fibrillazione atriale nelle sindromi coronariche acute ( ACS ), e ha cercato di stabilire se la Ranolazina riduce l'incidenza a lungo termine della fibrillazione atriale dopo sindrome coronarica acuta.
Nello studio MERLIN-TIMI 36 i pazienti con sindrome coronarica senza sopraslivellamento ST sono stati assegnati in maniera casuale a Ranolazina oppure a placebo.
Gli eventi di fibrillazione atriale rilevati mediante monitoraggio all’elettrocardiogramma continuo ( cECG ) sono stati esaminati in 6351 pazienti ( 97% ).
Il carico di fibrillazione atriale è stato classificato in base al tempo della fibrillazione atriale: fibrillazione atriale ( clinicamente insignificante meno dello 0.01% del tempo ), fibrillazione atriale parossistica ( oltre 0.01-98% ), o fibrillazione atriale persistente ( più del 98% ).
Eventi clinici di fibrillazione atriale sono stati identificati attraverso la segnalazione di eventi avversi durante un follow-up mediano di 1 anno.
In generale, i pazienti assegnati a Ranolazina hanno presentato una tendenza verso un minor numero di episodi di fibrillazione atriale ( 2.4% versus 1.7%; P=0.08 ), rilevati mediante ECG continuo durante i primi 7 giorni dopo la randomizzazione.
Il pattern di fibrillazione atriale di nuova insorgenza differiva tra Ranolazina e placebo: fibrillazione atriale clinicamente insignificante ( 5 pazienti nel gruppo Ranolazina vs 7 nel gruppo placebo ), fibrillazione atriale parossistica ( 18 vs 48 pazienti ), e fibrillazione atriale prevalentemente persistente ( 28 vs 20 pazienti ) ( P inferiore a 0.01 ).
Tra i pazienti con un pattern di fibrillazione atriale parossistica, il carico complessivo è stato inferiore con Ranolazina che con placebo ( mediana 4.4 vs 16.1%, P=0.015 ).
Durante il follow-up mediano di 1 anno, un numero inferiore di pazienti trattati con Ranolazina ha sperimentato un evento di fibrillazione atriale rispetto al placebo ( 2.9 vs 4.1%, RR=0.71, P=0.01 ).
In conclusione, la Ranolazina, un farmaco antianginoso con effetti elettrofisiologici, può ridurre la frequenza di fibrillazione atriale parossistica in pazienti con sindrome coronarica acuta senza sopraslivellamento ST con un pattern di minor carico complessivo di fibrillazione atriale in questo gruppo.
La Ranolazina ha ridotto l'incidenza complessiva a 1 anno di eventi clinici di fibrillazione atriale.
Queste proprietà antiaritmiche atrio-specifiche di Ranolazina possono essere di interesse clinico e giustificare ulteriori indagini. ( Xagena2015 )
Scirica BM et al, Europace 2015; 17: 32-37
Cardio2015 Farma2015
Indietro
Altri articoli
Ticagrelor o Prasugrel in pazienti con sindromi coronariche acute
I meriti relativi di Ticagrelor ( Brilique ) rispetto al Prasugrel ( Efient ) nei pazienti con sindromi coronariche acute...
Esiti di ictus con Vorapaxar e placebo nei pazienti con sindromi coronariche acute: studio TRACER
Vorapaxar, un antagonista del recettore 1 attivato dalla proteasi, è approvato per la prevenzione secondaria di eventi cardiovascolari, ma è...
Il regime antiaggregante e anticoagulante orale diretto efficace nell'infarto STEMI, ma non in altre sindromi coronariche acute
I benefici clinici degli anticoagulanti orali diretti in aggiunta alla terapia antipiastrinica come prevenzione secondaria dopo sindrome coronarica acuta possono...
Anticoagulanti orali diretti in aggiunta alla terapia antipiastrinica per la prevenzione secondaria dopo sindromi coronariche acute
I pazienti con sindrome coronarica acuta ( ACS ) rimangono ad alto rischio di andare incontro a eventi ischemici ricorrenti....
Confronto fra Prasugrel a dosi ridotte e Clopidogrel a dose standard nei pazienti anziani con sindromi coronariche acute sottoposti a rivascolarizzazione percutanea precoce
I pazienti anziani sono a rischio elevato di complicanze sia ischemiche che emorragiche dopo una sindrome coronarica acuta e mostrano...
Apixaban dopo sindromi coronariche acute in pazienti con precedente ictus: studio APPRAISE-2
I pazienti con precedente ictus sono a maggior rischio di eventi cardiovascolari ricorrenti post-sindromi coronariche acute ( ACS ) e...
Rivascolarizzazione coronarica percutanea versus chirurgica nei pazienti con diabete mellito e sindromi coronariche acute
I dati di studi randomizzati supportano la superiorità degli interventi chirurgici di bypass delle arterie coronarie ( CABG ) rispetto all'intervento...
Sindromi coronariche acute: TMAO appare essere un marcatore prognostico per gli eventi cardiovascolari
I livelli sistemici di trimetilammina-N-ossido ( TMAO ), un metabolita pro-aterogeno e pro-trombotico prodotto dal metabolismo della flora intestinale sui...
Il livello di GDF-15 predice il sanguinamento maggiore e gli eventi cardiovascolari nei pazienti con sindromi coronariche acute
Il fattore 15 di crescita e differenziazione ( GDF-15 ) predice la mortalità e gli eventi cardiovascolari compositi nei pazienti...
Valore prognostico dei livelli di PCSK9 nei pazienti con sindromi coronariche acute
La proproteina convertasi subtilisina-kexina 9 ( PCSK9 ) è un obiettivo emergente per il trattamento della ipercolesterolemia, ma l'utilità clinica...