Relazione tra precedente uso del Ace inibitore ed esiti in ospedale nelle sindromi coronariche acute


L'uso di un inibitore del enzima di conversione della angiotensina ( Ace-inibitore ) nei pazienti ad alto rischio di malattia coronarica è stato associato con una riduzione del rischio di infarto del miocardio e di morte.
Tuttavia, non è chiaro se l'uso cronico di questi farmaci modifichi il decorso e l'esito di una sindrome coronarica acuta ( ACS ).

Uno studio ha valutato l'associazione tra uso cronico di Ace inibitori ed esiti clinici nei pazienti con sindrome coronarica acuta.

Dal 1999 al 2008, 13.632 pazienti canadesi con sindrome coronarica acuta sono stati identificati nel Global Registry of Acute Coronary Events ( GRACE ), nell'estensione del registro GRACE ( GRACE2 ) e nel Canadian Registry of Acute Coronary Events ( CANRACE ).

I pazienti sono stati stratificati in base al precedente utilizzo di un Ace inibitore.

I pazienti trattati con un Ace inibitore prima della sindrome coronarica acuta avevano una maggiore prevalenza di diabete mellito ( 40.6% vs 21.2%, p minore di 0.001 ), precedente infarto miocardico ( 51.8% vs 23.3%, p minore di 0.001 ), insufficienza cardiaca ( 18.0% vs 6.9% ) e punteggi GRACE più elevati alla presentazione ( 133 vs 124, p minore di 0.001 ).

L'analisi multivariata non ha dimostrato alcuna associazione significativa tra l'uso di Ace-inibitori e mortalità ( odds ratio, OR=1.15, p=0.27 ), infarto del miocardio in ospedale ( OR aggiustato 0.99, p=0.91 ), o endpoint composito di mortalità / infarto miocardico ( OR aggiustato 1.01, p=0.94 ).

In conclusione, il precedente uso di un Ace inibitore non è risultato indipendentemente associato a un miglioramento dei risultati in ospedale dopo una sindrome coronarica acuta. ( Xagena2012 )

Singh SM et al, Am J Cardiol 2012; 109: 332-336


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