Sindromi coronariche acute: minore incidenza di emorragia maggiore con Bivalirudina


Le lineeguida per i pazienti con sindromi coronariche acute sia moderate che ad alto rischio raccomandano un precoce approccio invasivo con concomitante terapia antitrombotica tra cui Acido Acetilsalicilico ( Aspirina ), Clopidogrel ( Plavix ), Eparina a basso peso molecolare o Eparina non- frazionata e gli inibitori della glicoproteina IIb/IIIa.

I Ricercatori dello studio ACUITY hanno valutato il ruolo dell’anticoagulazione specifica per la trombina con Bivalirudina ( Angiox / Angiomax ) in questi pazienti.

I 13.819 pazienti con sindrome coronarica acuta sono stati assegnati a 1 di 3 regimi antitrombotici: Eparina non frazionata o Enoxaparina ( Clexane / Lovenox ) più un inibitore della glicoproteina IIb/IIIa; Bivalirudina più un inibitore della glicoproteina IIb/IIIa; Bivalirudina

Gli end point primari erano rappresentati da: endpoint composito ischemico, comprendente morte, infarto miocardico o rivascolarizzazione non pianificata per cause ischemiche;  sanguinamento maggiore;  combinazione dell’endpoint composito ischemico con il sanginamento maggiore.

La terapia con Bivalirudina associata ad un inibitore della glicoproteina IIb/IIIa non ha presentato differenze rispetto a quella con Eparina più un inibitore della glicoproteina IIb/IIIa, nell’incidenza a 30 giorni dell’endpoint composito ischemico ( 7.7% versus 7.3%, rispettivamente ), dell’emorragia maggiore ( 5.3% versus 5.7% ) e della combinazione dell’endpoint composito ischemico ( 11.8% versus 11.7% ).

La terapia con la sola Bivalirudina è risultata non inferiore al trattamento con Eparina più un inibitore della glicoproteina IIb/IIIa riguardo all’endpoint composito ischemico ( 7.8% versus 7.3%, rispettivamente ; p = 0.32; rischio relativo, RR = 1.08 ), mentre ha presentato una riduzione della percentuale di emorragia maggiore ( 3 versus 5.7%; p < 0.001; RR = 0.53 ) e della percentuale dell’endpoint combinato ( 10.1% versus 11.7%; p = 0.02; RR = 0.86 ).

Nei pazienti con sindromi coronariche acute sia moderate che ad alto rischio che richiedevano trattamento invasivo con gli inibitori GP IIb/IIIa, la Bivalirudina è risultata associata a percentuali di ischemia e di sanguinamento simili a quelli dell’Eparina, mentre la sola Bivalirudina ha presentato percentuali simili per quanto riguardava l’ endpoint ischemico, ma una significativa più bassa incidenza di sanguinamento maggiore. ( Xagena2006 )

Stone GW et al, N Engl J Med 2006; 355: 2203-2216


Cardio2006 Farma2006





Indietro

Altri articoli

I meriti relativi di Ticagrelor ( Brilique ) rispetto al Prasugrel ( Efient ) nei pazienti con sindromi coronariche acute...


Vorapaxar, un antagonista del recettore 1 attivato dalla proteasi, è approvato per la prevenzione secondaria di eventi cardiovascolari, ma è...


I benefici clinici degli anticoagulanti orali diretti in aggiunta alla terapia antipiastrinica come prevenzione secondaria dopo sindrome coronarica acuta possono...


I pazienti con sindrome coronarica acuta ( ACS ) rimangono ad alto rischio di andare incontro a eventi ischemici ricorrenti....


I pazienti anziani sono a rischio elevato di complicanze sia ischemiche che emorragiche dopo una sindrome coronarica acuta e mostrano...


I pazienti con precedente ictus sono a maggior rischio di eventi cardiovascolari ricorrenti post-sindromi coronariche acute ( ACS ) e...


I dati di studi randomizzati supportano la superiorità degli interventi chirurgici di bypass delle arterie coronarie ( CABG ) rispetto all'intervento...


I livelli sistemici di trimetilammina-N-ossido ( TMAO ), un metabolita pro-aterogeno e pro-trombotico prodotto dal metabolismo della flora intestinale sui...


Il fattore 15 di crescita e differenziazione ( GDF-15 ) predice la mortalità e gli eventi cardiovascolari compositi nei pazienti...


La proproteina convertasi subtilisina-kexina 9 ( PCSK9 ) è un obiettivo emergente per il trattamento della ipercolesterolemia, ma l'utilità clinica...