Studio COMMA: Pexelizumab non ha effetto sulla dimensione dell’area infartuale ma riduce la mortalità a 90 giorni nei pazienti con infarto miocardico e sopraslivellamento ST


L’attivazione del complemento durante ischemia miocardica e riperfusione può causare danni al miocardio.

Lo studio COMMA ( Complement Inhibition in Myocardial Infarction Treated with Angioplasty ) ha valutato l’effetto del Pexelizumab , un inibitore del complemento C5 , sulla dimensione dell’area infartuale nei pazienti con infarto miocardico e sopraslivellamento ST, sottoposti ad intervento coronarico percutaneo ( PCI ) primario.

Un totale di 960 pazienti con infarto miocardico è stato assegnato in modo random a:

- Pexelizumab 2 mg/kg in bolo;
- Pexelizumab 2 mg/kg in bolo, seguito da infusione 0,05 mg/kg/ora per 2 ore;
- Placebo

Nei pazienti con infarto miocardico e sopraslivellamento ST sottoposti a PCI, il Pexelizumab non ha mostrato alcun effetto sulla dimensione dell’area infartuale.

La mortalità a 90 giorni è risultata significativamente più bassa con Pexelizumab bolo + infusione ( 1,8% versus 5,9% con placebo; p=0.014 ); la mortalità con il solo bolo di Pexelizumab è stata del 4,2%. ( Xagena2003 )

Granger CB et al, Circulation 2003; 108:1184-1190


Cardio2003 Farma2003


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