Evolocumab rallenta la progressione della malattia coronarica nei pazienti trattati con statine
Evolocumab ( Repatha ) determina una maggiore diminuzione del volume percentuale dell'ateroma rispetto al placebo.
La riduzione dei livelli di colesterolo LDL con una terapia intensiva con statine riduce la progressione dell'aterosclerosi coronarica in proporzione ai livelli di colesterolo LDL raggiunti.
Gli inibitori della proproteina convertasi subtilisina kexina di tipo 9 ( PCSK9 ) producono una riduzione incrementale del colesterolo LDL nei pazienti trattati con statine; tuttavia, non erano stati valutati gli effetti di questi farmaci sulla aterosclerosi coronarica.
Sono stati determinati gli effetti della inibizione di PCSK9 con Evolocumab sulla progressione dell'aterosclerosi coronarica nei pazienti trattati con statine nello studio clinico GLAGOV, multicentrico, in doppio cieco, controllato con placebo, randomizzato, condotto tra il 2013 e il 2015 in 197 ospedali in Nord America, Europa, Sud America, Asia, Australia e Sud Africa con l’arruolamento di 968 pazienti che si sono presentati per la coronarografia.
I partecipanti con malattia coronarica angiografica sono stati randomizzati a ricevere Evolocumab mensile ( 420 mg ) ( n=484 ) oppure placebo ( n=484 ) per via sottocutanea per 76 settimane, in aggiunta alle statine.
La misura di efficacia primaria era la variazione nel volume percentuale dell'ateroma ( PAV ) dal basale alla settimana 78, misurata mediante imaging seriale con ultrasuoni intravascolari ( IVUS ).
Le misure di efficacia secondarie erano la variazione del volume normalizzato dell'ateroma totale ( TAV ) e la percentuale di pazienti con regressione della placca.
E’ stata anche valutata la sicurezza e la tollerabilità.
Tra i 968 pazienti trattati ( età media 59.8 anni; 269 donne, 27.8%; livello medio di colesterolo LDL, 92.5 mg/dl ), 846 avevano imaging valutabile al follow-up.
Rispetto al placebo, il gruppo Evolocumab ha raggiunto livelli di colesterolo LDL ponderati nel tempo medi inferiori ( 93.0 vs 36.6 mg/dl, differenza, -56.5 mg/dl; P minore di 0.001 ).
Il parametro primario di efficacia, PAV, è aumentato dello 0.05% con placebo e diminuito dello 0.95% con Evolocumab ( differenza -1.0%; P minore di 0.001 ).
Il parametro di efficacia secondario, TAV normalizzato, è diminuito di 0.9 mm3 con placebo e 5.8 mm3 con Evolocumab ( differenza, -4.9 mm3; P minore di 0.001 ).
Evolocumab ha indotto la regressione della placca in una percentuale maggiore di pazienti rispetto al placebo ( 64.3% vs 47.3%; differenza, 17.0%; P minore di 0.001 per PAV e 61.5% vs 48.9%; differenza, 12.5%; P minore di 0.001 per TAV ).
In conclusione, tra i pazienti con malattia coronarica angiografica trattati con statine, l’aggiunta di Evolocumab, rispetto al placebo, ha determinato una maggiore diminuzione di PAV dopo 76 settimane di trattamento.
Sono necessari ulteriori studi per valutare gli effetti dell’inibizione di PCSK9 sugli esiti clinici. ( Xagena2016 )
Nicholls SJ et al, JAMA 2016; 316: 2373-2384
Cardio2016 Endo2016 Farma2016
Indietro
Altri articoli
Infiammazione e colesterolo come predittori di eventi cardiovascolari nei pazienti ad alto rischio con intolleranza alle statine
Tra i pazienti trattati con terapia con statine ai livelli di colesterolo raccomandati dalle lineeguida, il rischio infiammatorio residuo valutato...
Uso di statine e rischio di neoplasie mieloproliferative
Studi precedenti hanno indicato un possibile effetto protettivo contro il cancro da parte delle statine nei tumori solidi; tuttavia, questo...
I benefici dell'uso dell'Aspirina nell'infarto del miocardio sono ridotti dall'uso delle statine nei pazienti senza malattia cardiovascolare aterosclerotica
Una meta-analisi ha evidenziato che l'impiego di Aspirina ( Acido Acetilsalicilico ) per la prevenzione dell'infarto del miocardio appare essere...
Acido Bempedoico per la prevenzione primaria degli eventi cardiovascolari nei pazienti con intolleranza alle statine
Gli effetti dell'Acido Bempedoico ( Nilemdo ) sugli esiti cardiovascolari nei pazienti intolleranti alle statine senza un precedente evento cardiovascolare...
Ruolo dei lipidi plasmatici e degli interventi con statine sul rischio e sulla gravità della sclerosi multipla
C’è stato un notevole interesse per le statine a causa dei loro effetti pleiotropici oltre alle loro proprietà ipolipemizzanti. Molti...
Acido Bempedoico ed esiti cardiovascolari nei pazienti intolleranti alle statine
L'Acido Bempedoico ( Nilemdo ), un inibitore dell'ATP citrato liasi, riduce i livelli di colesterolo da lipoproteine a bassa densità...
Infiammazione e colesterolo come predittori di eventi cardiovascolari tra i pazienti in terapia con statine
L'infiammazione e l'iperlipidemia contribuiscono congiuntamente alla malattia aterotrombotica. Tuttavia, quando le persone sono trattate con una terapia intensiva con statine, i...
Sintomi muscolari associati alle statine tra i nuovi consumatori di statine assegnati in modo casuale alla Vitamina-D o al placebo
I sintomi muscolari associati alle statine ( SAMS ) sono comuni e possono portare all'interruzione della terapia statinica. Studi osservazionali...
Uno studio genetico ha individuato un possibile impatto delle statine sulle attività cognitive
Uno studio genetico ha indicato che le statine potrebbero avere un impatto sulle capacità cognitive, ma per gli esperti questi...
L'uso delle statine è correlato a un minor rischio di parkinsonismo
Un nuovo studio ha evidenziato che l'uso delle statine è associato a un minor rischio di parkinsonismo. Inoltre, le statine hanno...