I benefici cardiovascolari delle statine superiori al rischio di diabete mellito
Secondo una meta-analisi, le statine aumentano il rischio di diabete mellito in modo significativo.
I dati ottenuti da più di 90.000 partecipanti in 13 studi clinici randomizzati hanno dimostrato che la terapia con statine era associata ad un aumento del 9% del rischio di sviluppare il diabete nel corso di 4 anni di trattamento.
È stato calcolato, utilizzando i dati del Cholesterol Treatment Trialists' Collaborators che il rischio assoluto di sviluppare il diabete è stato di 1 caso per 1000 pazienti-anno di trattamento.
Questo indica che su 255 pazienti trattati per 4 anni con una statina, 1 ulteriore paziente potrebbe sviluppare il diabete rispetto al non-trattamento con una statina.
Utilizzando gli stessi dati, si è stimato che, in questi 4 anni, potrebbero essere evitati 5.4 decessi o infarti miocardici, e potrebbe anche essere evitato quasi lo stesso numero di ictus o di procedure di rivascolarizzazione coronarica.
Pertanto il beneficio nella prevenzione degli eventi vascolari totali in rapporto al rischio di diabete è di circa 9:1 in favore del beneficio cardiovascolare.
La terapia con statine è associata ad un modesto aumento del rischio di sviluppo di diabete, ma il rischio è basso, sia in termini assoluti che rispetto alla riduzione degli eventi coronarici e i risultati non giustificano alcun cambiamento nelle attuali pratiche terapeutiche standard.
I risultati assumono particolare importanza a seguito della recente approvazione della Rosuvastatina ( Crestor ) per la prevenzione primaria in soggetti con elevati livelli di proteina C-reattiva ad alta sensibilità ( hs-CRP ).
Questi individui sono a basso rischio di malattie cardiovascolari in base ai criteri di Framingham; di conseguenza, essi sarebbero a rischio di sviluppare diabete senza trarre beneficio dal trattamento statinico.
La meta-analisi è stata motivata dai risultati contrastanti ottenuti dai singoli studi.
Alcuni, tra cui lo studio JUPITER, avevano evidenziato un aumento del rischio di diabete, ma altri no.
La meta-analisi è stata effettuata considerando studi randomizzati con oltre 1.000 partecipanti della durata di almeno un anno.
Diversi importanti studi sono stati esclusi poiché il follow-up differiva tra i gruppi con statine e i gruppi di controllo o perché non erano disponibili i dati sul diabete incidente, come negli studi ALLIANCE, GREACE, CARE, e SPARCL.
Sono stati inclusi nell'analisi gli studi CORONA, PROSPER, ALLHAT, GISSI-HF, GISSI-PREV, JUPITER e altri 7 studi.
Le statine prese in esame in questi studi clinici includevano: Atorvastatina ( Lipitor, Torvast ), Simvastatina ( Sivastin, Zocor ), Pravastatina ( Pravachol, Pravaselect ), Lovastatina ( Mevacor ) e Rosuvastatina ( Crestor ).
I 13 studi considerati avevano complessivamente 91.140 partecipanti, dei quali 4.278 hanno sviluppato il diabete durante un periodo medio di 4 anni di follow-up. Di questi, 2.226 sono stati assegnati ad un farmaco statinico rispetto a 2052 assegnati a placebo o a nessun trattamento.
In tutto, 4 dei 13 studi hanno riportato valori di odds ratio ( OR ) di sviluppare diabete mellito al di sotto di 1; il valore più alto era 1.32, trovato nei 10.800 pazienti dello studio PROSPER.
Nessun singolo studio è apparso avere una posizione dominante nella meta-analisi.
Lo studio più piccolo, GISSI-PREV, aveva 3.460 partecipanti; JUPITER era quello di maggiori dimensioni, con 17.802 pazienti.
L'indice di massa corporea di base e i cambiamenti nei livelli di colesterolo LDL durante il trattamento non sono risultati correlati ai tassi di incidenza del diabete. Non c'è stata alcuna differenza anche tra le statine idrofile e lipofile.
Per ora non vi è alcuna chiara spiegazione per il lieve aumento complessivo del rischio di diabete mellito con l’uso di statine.
Gli studi precedenti non sono riusciti a trovare un meccanismo molecolare coerente per spiegare la relazione.
È stato osservato che anche altre classi di farmaci cardiovascolari sono associate ad un aumentato rischio di diabete. Queste includono i diuretici tiazidici, i beta-bloccanti e la Niacina.
Questo nuovo rischio richiede un monitoraggio. Come tale, oltre al monitoraggio periodico dei test di funzionalità epatica e di creatin-chinasi, sembra ragionevole aggiungere la glicemia all'elenco dei test nei pazienti più anziani che sono in terapia con le statine.
Si deve, inoltre, considerare il rischio di diabete quando vengono prescritte le statine a persone a basso rischio cardiovascolare o a gruppi di pazienti per i quali non è dimostrato un beneficio. ( Xagena2010 )
Fonte: The Lancet, 2010
Cardio2010 Farma2010 Endo2010
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