L’Amiodarone nel controllo della tachicardia sopraventricolare nell’infanzia


L’impiego dell’Amiodarone deve essere valutato in base al rapporto rischio/benefico, a causa dei gravi effetti indesiderati prodotti da questo farmaco.
Tuttavia l’ incidenza di effetti indesiderati dell’Amiodarone è minore nei neonati rispetto agli adulti.
Ricercatori dell’Università dello Utah negli Stati Uniti hanno studiato l’efficacia e la sicurezza dell’Amiodarone come prima terapia per la tachicardia sopraventricolare. Al momento dell’ingresso in ospedale il 24% dei pazienti presentava una cardiopatia congenita, il 36% una insufficienza cardiaca congestizia ed il 44% una disfunzione ventricolare.
I neonati ricevevano Amiodarone le se la terapia non sortiva alcun risultato veniva aggiunto il Propranololo. I pazienti erano tenuti sotto osservazione per 16 +/- 13 mesi. Il controllo del ritmo cardiaco è stato ottenuto in tutti i pazienti. Dei 34 neonati che avevano raggiunto 1 anno di età, 23 , pari al 68%, rimasero liberi da episodi aritmici, nonostante l’interruzione della somministrazione del Propranololo e dell’Amiodarone. Non sono state osservate variazioni nello sviluppo e nella crescita. La somministrazione di alti dosaggi di Amiodarone è stata associata ad un aumento dell’intervallo QT coretto, ma non è stata riscontrata alcuna aritmia. Non si sono presentati effetti indesiderati che hanno richiesto la sospensione dell’Amiodarone.
Etheridge SP et al, Am Heart J 2001; 141: 105-110
( Xagena2001 )


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