Idelalisib non aumenta il rischio di sanguinamento nei pazienti con leucemia linfatica cronica, linfoma non-Hodgkin indolente, sottoposti a terapia anticoagulante / antipiastrinica
Da una post-analisi ad hoc dei dati degli studi di registrazione non è emerso che Idelalisib aumenti il rischio di eventi emorragici nei pazienti con leucemia linfatica cronica ( LLC ) o forme indolenti di linfoma non-Hodgkin ( NHL ) che hanno ricevuto Idelalisib in combinazione con terapia anticoagulante o antipiastrinica.
Idelalisib ( Zydelig ) è un inibitore PI3K-delta ( fosfatidilinositolo-3-chinasi-delta ) di prima classe che agisce selettivamente sui linfociti B con tossicità diretta minima per altri tipi di cellule ematopoietiche, comprese le piastrine.
Le comorbidità cardiovascolari associate all'uso della terapia anticoagulante / antipiastrinica sono comuni nei pazienti con leucemia linfatica cronica o linfoma NHL indolente con un'età mediana alla diagnosi di 65 anni o più.
Un'emorragia grave in questi pazienti desta preoccupazione a causa dei seguenti fattori di rischio: trombocitopenia al basale da infiltrazione del midollo osseo, scarsa riserva midollare a causa dell'uso di un precedente regime mielosoppressivo, e possibilità di coesistenza di citopenie autoimmuni.
L'impiego di agenti anticoagulanti e/o antipiastrinici o un aumento del rischio di sanguinamento correlato alla malattia non erano controindicazioni all'arruolamento nei due studi di registrazione di Idelalisib.
Gli studi di registrazione comprendevano uno studio randomizzato di fase 3 che ha confrontato Rituximab più Idelalisib con Rituximab da solo nella leucemia linfatica cronica recidivante / refrattaria, e uno studio di fase 2 con Idelalisib in monoterapia nei pazienti con linfoma NHL indolente refrattario a Rituximab, inclusi linfoma follicolare e linfoma a piccoli linfociti.
Uno degli obiettivi principali dell'analisi post-hoc è stato quello di valutare i rischi di sanguinamento per i pazienti che ricevevano Idelalisib e che presentavano comorbidità che richiedevano un trattamento concomitante con farmaci anticoagulanti / antiaggreganti piastrinici, nonché quelli con trombocitopenia.
Dei 345 pazienti inclusi nell'analisi, 220 e 125 hanno avuto diagnosi rispettivamente di leucemia linfatica cronica e di linfoma NHL indolente.
La durata mediana del trattamento è stata di 8.1 mesi per i pazienti trattati con Idelalisib più Rituximab, 4.6 mesi per quelli trattati con Rituximab in monoterapia e 6.6 mesi per i pazienti trattati con Idelalisib in monoterapia.
L'uso concomitante di terapia anticoagulante / antiaggregante piastrinica in qualsiasi momento durante il periodo di studio è stato elevato, al 63%, 36% e 47%, rispettivamente, nei gruppi Idelalisib più Rituximab, Rituximab e Idelalisib in monoterapia.
Inoltre, i tassi di trombocitopenia di grado 3 o superiore erano del 16.4%, 27.8% e 2.4% in questi rispettivi gruppi al basale.
Nel complesso, non è stata rilevata alcuna relazione tra eventi emorragici emergenti dal trattamento e la presenza di comorbidità in questi pazienti.
Inoltre, il tasso di eventi emorragici era simile nei 3 gruppi di trattamento.
Per la coorte complessiva di pazienti, i tassi di eventi di sanguinamento di grado 1, 2 e 3 o superiore sono stati rispettivamente dello 0.9%, 0.9% e 3.2% per quelli trattati con Idelalisib più Rituximab, Rituximab e Idelalisib in monoterapia.
Dei 59 eventi di sanguinamento riportati, il 68%, 22% e 10% sono stati classificati rispettivamente come grado 1, grado 2 o grado 3 o superiore.
Nessun sanguinamento correlato al sistema nervoso centrale si è verificato in nessuno di questi pazienti.
Il tempo mediano all'insorgenza del primo evento emorragico di qualsiasi grado è stato di 37 giorni per i pazienti trattati con Idelalisib più Rituximab, 29 giorni per quelli trattati con Rituximab in monoterapia e 189 giorni per i pazienti che hanno ricevuto Idelalisib in monoterapia.
In conclusione, sebbene Idelalisib sia noto causare gravi tossicità gravi, alcune ad esito fatale, i dati dello studio non hanno mostrato alcun aumento degli eventi emorragici nei pazienti con leucemia linfatica cronica recidivante / refrattaria o linfoma non-Hodgkin indolente. ( Xagena2020 )
Fonte: Leukemia and Lymphoma, 2020
Emo2020 Onco2020 Farma2020
Indietro
Altri articoli
Terapia anticoagulante per la trombosi venosa splancnica
Mancano prove solide sulla gestione ottimale della trombosi venosa splancnica ( SVT ). È stata condotta una meta-analisi per valutare...
Effetto della terapia anticoagulante per 6 settimane rispetto a 3 mesi su eventi di recidiva ed emorragie nei pazienti di età inferiore ai 21 anni con tromboembolia venosa provocata: studio Kids-DOTT
Tra i pazienti di età inferiore ai 21 anni, la durata ottimale della terapia anticoagulante per il tromboembolismo venoso non...
Terapia anticoagulante orale non-antagonista della vitamina K ritardata rispetto a terapia anticoagulante orale dopo ictus ischemico acuto nella fibrillazione atriale: studio TIMING
Non ci sono raccomandazioni basate sull'evidenza sul momento ottimale per iniziare ad assumere anticoagulanti orali non-antagonisti della vitamina K (...
Valutazione del rischio di ictus senza terapia anticoagulante in uomini e donne con fibrillazione atriale di età compresa tra 66 e 74 anni senza altri fattori CHA2DS2-VASc
Esistono dati limitati da studi clinici e raccomandazioni discrepanti sull'uso della terapia anticoagulante nei pazienti con fibrillazione atriale di età...
Eventi avversi associati all'aggiunta di Aspirina alla terapia anticoagulante orale diretta senza una chiara indicazione
Non è chiaro quanti pazienti trattati con un anticoagulante orale diretto ( DOAC ) utilizzino in concomitanza Acido Acetilsalicilico (...
Terapia anticoagulante e rischio di demenza tra i pazienti con fibrillazione atriale
Uno studio ha indagato il rischio di demenza nei pazienti con fibrillazione atriale trattati con diversi anticoagulanti orali ( OAC...
Ruolo della terapia combinata antiaggregante e anticoagulante nel diabete mellito e nelle malattie cardiovascolari: studio COMPASS
I pazienti con malattia coronarica accertata o malattia delle arterie periferiche spesso hanno il diabete mellito. Questi pazienti sono ad...
La terapia anticoagulante orale dopo ictus riduce il rischio di eventi ricorrenti nella fibrillazione atriale
I pazienti con fibrillazione atriale sottoposti a terapia anticoagulante orale dopo un ictus hanno un ridotto rischio di eventi tromboembolici...
La ripresa della terapia anticoagulante orale dopo emorragia intracerebrale è associata a diminuzione della mortalità e a un esito funzionale favorevole
Il riavvio della terapia anticoagulante orale dopo emorragia intracerebrale ( ICH ) è associato a esiti favorevoli. E’ stata condotta una...