Frequenza, sintomi, fattori di rischio ed esiti di encefalite autoimmune dopo encefalite da herpes simplex
L'encefalite da herpes simplex può scatenare l'encefalite autoimmune che porta a peggioramento neurologico.
Sono stati valutati la frequenza, i sintomi, i fattori di rischio e gli esiti di questa complicanza.
E' stato condotto uno studio osservazionale prospettico e una analisi retrospettiva.
Nella parte osservazionale prospettica di questo studio, sono stati inclusi pazienti con encefalite da herpes simplex diagnosticata da neurologi, pediatri o specialisti in malattie infettive in 19 Centri spagnoli ( coorte A ).
Il follow-up extraospedaliero è stato a 2, 6 e 12 mesi dall'esordio dell'encefalite da herpes simplex.
È stato studiato un altro gruppo di pazienti in modo retrospettivo, quando hanno sviluppato l'encefalite autoimmune dopo l'encefalite da herpes simplex ( coorte B ).
Sono stati confrontati i dati demografici e le caratteristiche cliniche dei pazienti che hanno sviluppato l'encefalite autoimmune con quelli che non l'hanno fatto, e nei pazienti che hanno sviluppato l'encefalite autoimmune sono state confrontate queste caratteristiche per gruppo di età ( pazienti di 4 anni o meno rispetto a pazienti con più di 4 anni ).
Sono stati valutati anche i fattori di rischio per l'encefalite autoimmune dopo l'encefalite da herpes simplex.
Tra il 2014 e il 2017, 54 pazienti con encefalite da herpes simplex sono stati reclutati nella coorte A e 51 sono stati inclusi nella analisi ( età media 50 anni ).
All'inizio dell'encefalite da herpes simplex, nessuno dei 51 pazienti presentava anticorpi contro gli antigeni neuronali; durante il follow-up, 14 pazienti ( 27% ) hanno sviluppato encefalite autoimmune e tutti ( 100% ) avevano anticorpi neuronali ( 9, 64%, avevano anticorpi del recettore NMDA, NMDAR, e 5, 36%, avevano altri anticorpi ) all’inizio dei sintomi o prima.
Gli altri 37 pazienti non hanno sviluppato encefalite autoimmune, sebbene 11 ( 30% ) abbiano sviluppato anticorpi ( n=3 a NMDAR, n=8 ad antigeni sconosciuti; P minore di 0.001 ).
Il rilevamento di anticorpi entro 3 settimane dall'encefalite da herpes simplex è stato un fattore di rischio per l'encefalite autoimmune ( odds ratio OR=11.5, P minore di 0.001 ).
Tra il 2011 e il 2017, nella coorte B erano presenti 48 pazienti con sintomi neurologici di nuova insorgenza o in peggioramento non-causati dalla riattivazione del virus dell'herpes simplex ( età media 8.8 anni; n=27 maschi ); 44 ( 92% ) avevano encefalite autoimmune confermata da anticorpi ( 34 avevano anticorpi NMDAR e 10 altri anticorpi ).
In entrambe le coorti ( n=58 pazienti con encefalite autoimmune confermata da anticorpi ), i pazienti di età superiore ai 4 anni presentavano frequentemente psicosi ( 18 su 31, 58%, bambini più piccoli non-valutabili ).
Rispetto ai pazienti di età superiore ai 4 anni, i pazienti di età pari o inferiore a 4 anni ( n=27 ) avevano più probabilità di avere intervalli più brevi tra l'esordio dell'encefalite da herpes simplex e l'insorgenza di encefalite autoimmune ( mediana 26 giorni vs 43 giorni; P=0.0073 ), coreoatetosi ( 27 su 27, 100%, vs 0 su 31; P minore di 0.001 ), diminuzione del livello di coscienza ( 26 su 27, 96%, vs 7 su 31, 23%; P minore di 0.001 ), anticorpi NMDAR ( 24 su 27, 89%, vs 19 su 31, 61%; P=0.033 ) e peggiore esito a 1 anno ( punteggio Rankin Scale modificato mediano 4 vs 2; P minore di 0.0010; convulsioni 12 su 19, 63%, vs 3 su 23, 13%; P=0.001 ).
I risultati del nostro studio prospettico mostrano che l'encefalite autoimmune si è verificata nel 27% dei pazienti con encefalite da herpes simplex.
È stata associata allo sviluppo di anticorpi neuronali e di solito si è presentata entro 2 mesi dopo il trattamento dell'encefalite da herpes simplex; i sintomi erano dipendenti dall'età e l'esito neurologico era peggiore nei bambini piccoli.
La diagnosi rapida è importante perché i pazienti, soprattutto quelli di età superiore a 4 anni, possono rispondere all'immunoterapia. ( Xagena2018 )
Armangue T et al, Lancet Neurology 2018; 17: 760-772
Neuro2018 Inf2018
Indietro
Altri articoli
Chemioterapia ad alte dosi e trapianto autologo di cellule staminali ematopoietiche nei pazienti anziani e in buone condizioni con linfoma primario diffuso del sistema nervoso centrale a grandi cellule B: studio MARTA
I trattamenti disponibili per i pazienti più anziani affetti da linfoma diffuso primario del sistema nervoso centrale a grandi cellule...
Prediabete e rischio associato di eventi cardiovascolari e malattia renale cronica tra gli adulti sopravvissuti a tumore infantile nella coorte St Jude Lifetime
Poco si sa circa la prevalenza del prediabete e il rischio associato di eventi cardiovascolari e malattia renale cronica (...
Terapia endocrina adiuvante con Abemaciclib più terapia endocrina per tumore mammario in fase iniziale ad alto rischio, positivo per il recettore ormonale, negativo per HER2
Due anni di Abemaciclib ( Verzenios ) adiuvante combinato con terapia endocrina ( ET ) hanno portato a un miglioramento...
Servoventilazione adattiva per i disturbi respiratori del sonno nei pazienti con insufficienza cardiaca con frazione di eiezione ridotta: studio ADVENT-HF
Nei pazienti con insufficienza cardiaca e frazione di eiezione ridotta ( HFrEF ), i disturbi respiratori del sonno, comprendenti l’apnea...
Trattamento basato sulla malattia minima residua con Venetoclax-R2 nel linfoma mantellare: studio MCL7 VALERIA del Nordic Lymphoma Group
Nonostante i miglioramenti nel trattamento del linfoma mantellare ( MCL ), la maggior parte dei pazienti alla fine presenta una...
Talzenna in combinazione con Enzalutamide per il trattamento dei pazienti adulti con carcinoma prostatico metastatico resistente alla castrazione nei quali la chemioterapia non è clinicamente indicata. Approvato nell'Unione Europea
La Commissione Europea ( CE ) ha approvato Talzenna ( Talazoparib ), un inibitore orale della poli ADP-ribosio polimerasi (...
ASCO24 - Studio CROWN: Lorlatinib come prima linea riduce il rischio di progressione o morte a 5 anni, rispetto a Crizotinib, nei pazienti con tumore del polmone non-a-piccole cellule in stadio avanzato ALK-positivo
Sono stati presentati i risultati di follow-up a lungo termine dello studio di fase 3 CROWN che ha valutato Lorlatinib...
Opdivo a base di Nivolumab nel linfoma di Hodgkin classico: indicazione, posologia e avvertenze
Nivolumab ( Opdivo ) è un anticorpo monoclonale immunoglobulina G4 ( IgG4 ) umano ( HuMAb ), che si lega...
Trattamento con Nivolumab in monoterapia del melanoma: studio randomizzato di fase 3 versus chemioterapia CA209037
La sicurezza e l'efficacia di Nivolumab ( Opdivo ) 3 mg/kg in monoterapia per il trattamento del melanoma avanzato (...
ASCO24 - Trastuzumab deruxtecan, somministrato dopo terapia endocrina, ha migliorato la sopravvivenza libera da progressione nel cancro al seno pretrattato con bassa e ultrabassa espressione di HER2
Trastuzumab deruxtecan ( Enhertu ) ha esteso la sopravvivenza libera da progressione rispetto alla chemioterapia standard per alcune pazienti con...