L'uso continuato di farmaci antinfiammatori per la spondilite anchilosante è correlato a un aumentato rischio di ipertensione
L'uso continuo di FANS ( farmaci antinfiammatori non-steroidei ) per il trattamento della spondilite anchilosante è associato a un aumentato rischio del 12% di ipertensione incidente, rispetto all'uso non-continuo di FANS o assente.
L'ipertensione è comune nelle persone con spondilite anchilosante e la prevalenza di questa comorbilità è di circa il 30%.
I FANS sono la terapia farmacologica di prima linea nella spondilite anchilosante.
Per analizzare il legame tra l'uso di FANS e l'ipertensione incidente, sono stati studiati i dati longitudinali dello studio PSOAS ( Prospective Study of Outcomes in AS ).
L'analisi ha riguardato 628 pazienti con spondilite anchilosante della coorte PSOAS nella loro analisi finale.
Tutti i pazienti valutati avevano almeno 1 anno di follow-up, e nessun caso di ipertensione al basale.
L'uso continuo di FANS per il trattamento della spondilite anchilosante è risultato associato a un aumentato rischio del 12% di ipertensione incidente.
I partecipanti alla coorte sono stati esaminati ogni 4-6 mesi usando questionari per valutare l'attività di malattia e la compromissione funzionale.
I ricercatori hanno definito l'ipertensione sulla base degli esiti riportati dal paziente, l'uso di farmaci antipertensivi, una pressione arteriosa sistolica di 140 mm Hg o superiore oppure una pressione diastolica di 90 mm Hg o maggiore, riportata in due visite di follow-up consecutive.
Un totale di 200 pazienti su 628 avevano fatto uso di FANS in modo continuato.
Durante una mediana di 7 anni di follow-up, un totale di 129 pazienti hanno sviluppato ipertensione incidente.
Tra questi pazienti con nuove diagnosi di ipertensione durante il follow-up, il 40% assumeva FANS in modo continuato, il 47% utilizzava inibitori del TNF ( fattore di necrosi tumorale ) e il 16% stava assumendo, al basale, sia i FANS sia gli inibitori del TNF.
Dopo aggiustamento per variabili, è emerso che l'uso continuato di FANS era associato a un hazard ratio ( HR ) di 1.12 per l'ipertensione ( IC al 95%, 1.04-1.2 ), rispetto a un uso non-continuato o a nessun uso.
Questa correlazione è rimasta invariata in specifici sottogruppi in base all'età, all'indice BMI ( indice di massa corporea ), all'uso del farmaco biologico o all'attività di malattia.
Il rischio era modesto, quindi i risultati non raccomandano di interrompere il trattamento con FANS come misura generale.
Un limite dello studio è rappresentato dal non aver verificato se questo aumento del rischio di ipertensione si traduce in un aumento del rischio di eventi cardiovascolari. ( Xagena2019 )
Fonte: Arthritis Care & Research, 2019
Reuma2019 Cardio2019 Farma2019
Indietro
Altri articoli
Chemioterapia ad alte dosi e trapianto autologo di cellule staminali ematopoietiche nei pazienti anziani e in buone condizioni con linfoma primario diffuso del sistema nervoso centrale a grandi cellule B: studio MARTA
I trattamenti disponibili per i pazienti più anziani affetti da linfoma diffuso primario del sistema nervoso centrale a grandi cellule...
Prediabete e rischio associato di eventi cardiovascolari e malattia renale cronica tra gli adulti sopravvissuti a tumore infantile nella coorte St Jude Lifetime
Poco si sa circa la prevalenza del prediabete e il rischio associato di eventi cardiovascolari e malattia renale cronica (...
Terapia endocrina adiuvante con Abemaciclib più terapia endocrina per tumore mammario in fase iniziale ad alto rischio, positivo per il recettore ormonale, negativo per HER2
Due anni di Abemaciclib ( Verzenios ) adiuvante combinato con terapia endocrina ( ET ) hanno portato a un miglioramento...
Servoventilazione adattiva per i disturbi respiratori del sonno nei pazienti con insufficienza cardiaca con frazione di eiezione ridotta: studio ADVENT-HF
Nei pazienti con insufficienza cardiaca e frazione di eiezione ridotta ( HFrEF ), i disturbi respiratori del sonno, comprendenti l’apnea...
Trattamento basato sulla malattia minima residua con Venetoclax-R2 nel linfoma mantellare: studio MCL7 VALERIA del Nordic Lymphoma Group
Nonostante i miglioramenti nel trattamento del linfoma mantellare ( MCL ), la maggior parte dei pazienti alla fine presenta una...
Talzenna in combinazione con Enzalutamide per il trattamento dei pazienti adulti con carcinoma prostatico metastatico resistente alla castrazione nei quali la chemioterapia non è clinicamente indicata. Approvato nell'Unione Europea
La Commissione Europea ( CE ) ha approvato Talzenna ( Talazoparib ), un inibitore orale della poli ADP-ribosio polimerasi (...
ASCO24 - Studio CROWN: Lorlatinib come prima linea riduce il rischio di progressione o morte a 5 anni, rispetto a Crizotinib, nei pazienti con tumore del polmone non-a-piccole cellule in stadio avanzato ALK-positivo
Sono stati presentati i risultati di follow-up a lungo termine dello studio di fase 3 CROWN che ha valutato Lorlatinib...
Opdivo a base di Nivolumab nel linfoma di Hodgkin classico: indicazione, posologia e avvertenze
Nivolumab ( Opdivo ) è un anticorpo monoclonale immunoglobulina G4 ( IgG4 ) umano ( HuMAb ), che si lega...
Trattamento con Nivolumab in monoterapia del melanoma: studio randomizzato di fase 3 versus chemioterapia CA209037
La sicurezza e l'efficacia di Nivolumab ( Opdivo ) 3 mg/kg in monoterapia per il trattamento del melanoma avanzato (...
ASCO24 - Trastuzumab deruxtecan, somministrato dopo terapia endocrina, ha migliorato la sopravvivenza libera da progressione nel cancro al seno pretrattato con bassa e ultrabassa espressione di HER2
Trastuzumab deruxtecan ( Enhertu ) ha esteso la sopravvivenza libera da progressione rispetto alla chemioterapia standard per alcune pazienti con...