Perfusione cerebrale e rischio di demenza
L'ipoperfusione cerebrale è stata in precedenza associata a lieve deterioramento cognitivo e demenza in vari studi trasversali, ma non è noto se l'ipoperfusione preceda la neurodegenerazione.
È stata prospetticamente determinata l'associazione tra perfusione cerebrale e conseguente declino cognitivo e sviluppo della demenza.
Tra il 2005 e il 2012 è stato misurato il flusso ematico cerebrale mediante risonanza magnetica a contrasto di fase bidimensionale nei partecipanti allo studio Rotterdam basato sulla popolazione senza demenza.
È stata determinata l'associazione tra perfusione cerebrale ( ml/100 ml/min ) e rischio di demenza ( fino al 2015 ), aggiustando per età, sesso, dati demografici, fattori di rischio cardiovascolare e genotipo dell'apolipoproteina E.
Le analisi sono state ripetute per la malattia di Alzheimer e tenendo conto dell'ictus.
È stato determinato il cambiamento nelle prestazioni cognitive durante 2 cicli di esame consecutivi in relazione alla perfusione.
Infine, si è stabilito se le associazioni fossero state modificate dalla gravità al basale della iperintensità della sostanza bianca.
Su 4.759 partecipanti ( età media 61.3 anni, 55.2% donne ) con un follow-up mediano di 6.9 anni, 123 hanno sviluppato demenza ( 97 malattia di Alzheimer ).
Una perfusione cerebrale inferiore è stata associata a un più alto rischio di demenza ( hazard ratio aggiustato, aHR=1.31 ), simile per la malattia di Alzheimer da sola, e inalterato tenendo conto dell'ictus.
Il rischio di demenza con ipoperfusione è stato maggiore con l'aumento della gravità della iperintensità della sostanza bianca ( con grave iperintensità della sostanza bianca, HR=1.54 ).
Al riesame cognitivo dopo una media di 5.7 anni, una perfusione basale inferiore è stata associata a un declino accelerato della attività cognitiva ( attività cognitiva globale: beta=-0.029, P=0.003 ), che è risultata simile dopo aver escluso i soggetti con demenza incidente, e ancora più profonda negli individui con maggiore volume di iperintensità della sostanza bianca ( P per interazione=0.019 ).
In conclusione, l’ipoperfusione cerebrale è associata a un declino cognitivo accelerato e a un aumentato rischio di demenza nella popolazione generale. ( Xagena2017 )
Wolters FJ et al, Circulation 2017; 136: 719-728
Neuro2017
Indietro
Altri articoli
Chemioterapia ad alte dosi e trapianto autologo di cellule staminali ematopoietiche nei pazienti anziani e in buone condizioni con linfoma primario diffuso del sistema nervoso centrale a grandi cellule B: studio MARTA
I trattamenti disponibili per i pazienti più anziani affetti da linfoma diffuso primario del sistema nervoso centrale a grandi cellule...
Prediabete e rischio associato di eventi cardiovascolari e malattia renale cronica tra gli adulti sopravvissuti a tumore infantile nella coorte St Jude Lifetime
Poco si sa circa la prevalenza del prediabete e il rischio associato di eventi cardiovascolari e malattia renale cronica (...
Terapia endocrina adiuvante con Abemaciclib più terapia endocrina per tumore mammario in fase iniziale ad alto rischio, positivo per il recettore ormonale, negativo per HER2
Due anni di Abemaciclib ( Verzenios ) adiuvante combinato con terapia endocrina ( ET ) hanno portato a un miglioramento...
Servoventilazione adattiva per i disturbi respiratori del sonno nei pazienti con insufficienza cardiaca con frazione di eiezione ridotta: studio ADVENT-HF
Nei pazienti con insufficienza cardiaca e frazione di eiezione ridotta ( HFrEF ), i disturbi respiratori del sonno, comprendenti l’apnea...
Trattamento basato sulla malattia minima residua con Venetoclax-R2 nel linfoma mantellare: studio MCL7 VALERIA del Nordic Lymphoma Group
Nonostante i miglioramenti nel trattamento del linfoma mantellare ( MCL ), la maggior parte dei pazienti alla fine presenta una...
Talzenna in combinazione con Enzalutamide per il trattamento dei pazienti adulti con carcinoma prostatico metastatico resistente alla castrazione nei quali la chemioterapia non è clinicamente indicata. Approvato nell'Unione Europea
La Commissione Europea ( CE ) ha approvato Talzenna ( Talazoparib ), un inibitore orale della poli ADP-ribosio polimerasi (...
ASCO24 - Studio CROWN: Lorlatinib come prima linea riduce il rischio di progressione o morte a 5 anni, rispetto a Crizotinib, nei pazienti con tumore del polmone non-a-piccole cellule in stadio avanzato ALK-positivo
Sono stati presentati i risultati di follow-up a lungo termine dello studio di fase 3 CROWN che ha valutato Lorlatinib...
Opdivo a base di Nivolumab nel linfoma di Hodgkin classico: indicazione, posologia e avvertenze
Nivolumab ( Opdivo ) è un anticorpo monoclonale immunoglobulina G4 ( IgG4 ) umano ( HuMAb ), che si lega...
Trattamento con Nivolumab in monoterapia del melanoma: studio randomizzato di fase 3 versus chemioterapia CA209037
La sicurezza e l'efficacia di Nivolumab ( Opdivo ) 3 mg/kg in monoterapia per il trattamento del melanoma avanzato (...
ASCO24 - Trastuzumab deruxtecan, somministrato dopo terapia endocrina, ha migliorato la sopravvivenza libera da progressione nel cancro al seno pretrattato con bassa e ultrabassa espressione di HER2
Trastuzumab deruxtecan ( Enhertu ) ha esteso la sopravvivenza libera da progressione rispetto alla chemioterapia standard per alcune pazienti con...