Rekambys a base di Rilpivirina, associato a Cabotegravir, per il trattamento degli adulti con infezione da virus HIV-1
Rekambys, il cui principio attivo è Rilpivirina, è impiegato in associazione a un altro medicinale, Cabotegravir, per il trattamento degli adulti con infezione da virus dell’immunodeficienza umana di tipo 1 ( HIV-1 ), un virus che provoca la sindrome da immunodeficienza acquisita ( AIDS ).
Trova impiego negli adulti la cui infezione è sotto controllo grazie ad altri medicinali anti-HIV.
Rekambys è disponibile sotto forma di sospensione iniettabile a rilascio prolungato; dopo l’iniezione il principio attivo viene rilasciato lentamente nell’arco di alcune settimane. Il medicinale è somministrato mediante un’iniezione nel muscolo dell’anca o del gluteo.
Prima di iniziare il trattamento, il medico deve assicurarsi che il paziente acconsenta ad attenersi alla programmazione delle iniezioni, cosa importante per tenere sotto controllo il virus; infatti, esiste il rischio che la concentrazione del virus possa aumentare o che il virus possa diventare resistente al trattamento se non vengono assunte tutte le dosi.
Le compresse di Rilpivirina e Cabotegravir vanno assunte una volta al giorno per via orale per un mese; successivamente, si somministrano ogni mese o ogni 2 mesi iniezioni di Rekambys e Cabotegravir.
Se il trattamento con Rekambys viene interrotto, deve esserne avviato un altro per eliminare il virus, al fine di minimizzare il rischio che possa diventare resistente al trattamento.
Rekambys è un tipo di medicinale anti-HIV denominato inibitore non-nucleosidico della trascrittasi inversa ( NNRTI ). Blocca l’attività della trascrittasi inversa, un enzima prodotto dall’HIV-1 che gli permette di riprodursi nelle cellule che ha infettato. Inibendo questo enzima, Rekambys assunto in associazione a Cabotegravir riduce la quantità di HIV nel sangue, mantenendola a un basso livello.
Sebbene non curi l’infezione da HIV o l’AIDS, Rekambys può ritardare i danni a carico del sistema immunitario e l’insorgenza di infezioni e malattie associate all’AIDS.
Rekambys assunto in associazione a Cabotegravir si è rivelato altrettanto efficace di altri medicinali anti-HIV nel mantenere l’HIV-1 nel sangue ( carica virale ) al di sotto di un determinato livello ( meno di 50 copie di HIV-1 RNA per ml ) in tre studi principali su pazienti con infezione da HIV-1. Tali pazienti non avevano assunto in precedenza medicinali anti-HIV o li assumevano da almeno 6 mesi.
In due studi i pazienti sono stati trattati con Rekambys e Cabotegravir o con associazioni di altri medicinali. Dopo 48 settimane, il livello di HIV-1 era superiore al limite nell’1.9 % dei pazienti ( 11 su 591 ) che assumevano Rekambys e Cabotegravir con iniezioni mensili e nell’1.7 % dei pazienti ( 10 su 591 ) che assumevano altri medicinali.
Uno studio ha evidenziato che le iniezioni di Rekambys e Cabotegravir somministrate mensilmente o ogni 2 mesi erano altrettanto efficaci. Dopo 48 settimane, il livello di HIV-1 era superiore al limite nell’1.7 % dei pazienti ai quali erano state praticate le iniezioni ogni 2 mesi ( 9 su 522 ), rispetto all’1% di quelli ( 5 su 523 ) ai quali erano state praticate iniezioni mensili.
Gli effetti indesiderati più comuni di Rekambys ( che possono riguardare più di 1 persona su 10 ) sono reazioni in sede di iniezione, cefalea e febbre.
Rekambys non deve essere somministrato in associazione a medicinali che possono ridurre il livello di Rilpivirina nel sangue e, di conseguenza, limitarne l’efficacia: Carbamazepina, Oxcarbazepina, Fenobarbitale, Fenitoina ( medicinali per l’epilessia ); Rifabutina, Rifampicina, Rifapentina ( antibiotici ); Desametasone sistemico ( farmaco antinfiammatorio e immunosoppressore steroideo ), salvo che sia usato come trattamento in dose singola; Erba di San Giovanni ( antidepressivo vegetale ).
Per i pazienti può essere più comodo farsi praticare un’iniezione ogni mese o ogni 2 mesi che assumere medicinali ogni giorno.
Gli studi hanno dimostrato che le iniezioni erano altrettanto efficaci di altri medicinali standard nel mantenere basso il livello del virus.
È importante che i pazienti si attengano alla programmazione delle iniezioni per evitare che il virus diventi resistente al trattamento; tale evenienza sarà verificata dopo l’immissione del medicinale sul mercato mediante ulteriori studi.
L’Agenzia europea per i medicinali ( EMA ) ha deciso che i benefici di Rekambys sono superiori ai rischi.
La Società che commercializza Rekambys condurrà due studi sulle modalità d’uso del medicinale e sulla sua efficacia. Saranno studiati anche gli esiti relativi ai pazienti che passano ad altri trattamenti dopo quello con Rekambys. ( Xagena2020 )
Fonte: EMA, 2020
Inf2020 Farma2020
Indietro
Altri articoli
Chemioterapia ad alte dosi e trapianto autologo di cellule staminali ematopoietiche nei pazienti anziani e in buone condizioni con linfoma primario diffuso del sistema nervoso centrale a grandi cellule B: studio MARTA
I trattamenti disponibili per i pazienti più anziani affetti da linfoma diffuso primario del sistema nervoso centrale a grandi cellule...
Prediabete e rischio associato di eventi cardiovascolari e malattia renale cronica tra gli adulti sopravvissuti a tumore infantile nella coorte St Jude Lifetime
Poco si sa circa la prevalenza del prediabete e il rischio associato di eventi cardiovascolari e malattia renale cronica (...
Terapia endocrina adiuvante con Abemaciclib più terapia endocrina per tumore mammario in fase iniziale ad alto rischio, positivo per il recettore ormonale, negativo per HER2
Due anni di Abemaciclib ( Verzenios ) adiuvante combinato con terapia endocrina ( ET ) hanno portato a un miglioramento...
Servoventilazione adattiva per i disturbi respiratori del sonno nei pazienti con insufficienza cardiaca con frazione di eiezione ridotta: studio ADVENT-HF
Nei pazienti con insufficienza cardiaca e frazione di eiezione ridotta ( HFrEF ), i disturbi respiratori del sonno, comprendenti l’apnea...
Trattamento basato sulla malattia minima residua con Venetoclax-R2 nel linfoma mantellare: studio MCL7 VALERIA del Nordic Lymphoma Group
Nonostante i miglioramenti nel trattamento del linfoma mantellare ( MCL ), la maggior parte dei pazienti alla fine presenta una...
Talzenna in combinazione con Enzalutamide per il trattamento dei pazienti adulti con carcinoma prostatico metastatico resistente alla castrazione nei quali la chemioterapia non è clinicamente indicata. Approvato nell'Unione Europea
La Commissione Europea ( CE ) ha approvato Talzenna ( Talazoparib ), un inibitore orale della poli ADP-ribosio polimerasi (...
ASCO24 - Studio CROWN: Lorlatinib come prima linea riduce il rischio di progressione o morte a 5 anni, rispetto a Crizotinib, nei pazienti con tumore del polmone non-a-piccole cellule in stadio avanzato ALK-positivo
Sono stati presentati i risultati di follow-up a lungo termine dello studio di fase 3 CROWN che ha valutato Lorlatinib...
Opdivo a base di Nivolumab nel linfoma di Hodgkin classico: indicazione, posologia e avvertenze
Nivolumab ( Opdivo ) è un anticorpo monoclonale immunoglobulina G4 ( IgG4 ) umano ( HuMAb ), che si lega...
Trattamento con Nivolumab in monoterapia del melanoma: studio randomizzato di fase 3 versus chemioterapia CA209037
La sicurezza e l'efficacia di Nivolumab ( Opdivo ) 3 mg/kg in monoterapia per il trattamento del melanoma avanzato (...
ASCO24 - Trastuzumab deruxtecan, somministrato dopo terapia endocrina, ha migliorato la sopravvivenza libera da progressione nel cancro al seno pretrattato con bassa e ultrabassa espressione di HER2
Trastuzumab deruxtecan ( Enhertu ) ha esteso la sopravvivenza libera da progressione rispetto alla chemioterapia standard per alcune pazienti con...