Rischio di tromboembolismo arterioso nei pazienti con cancro


Il rischio di tromboembolia arteriosa nei pazienti con cancro non è completamente compreso. Si è cercato di definire meglio questa relazione epidemiologica, compresi gli effetti dello stadio del tumore.

Utilizzando il database SEER ( Surveillance Epidemiology and End Results ) – Medicare sono stati identificati i pazienti con una nuova diagnosi primaria di carcinoma al seno, polmone, prostata, colon-retto, vescica, pancreas o stomaco o linfoma non-Hodgkin dal 2002 al 2011.

I dati sono stati individualmente abbinati a dati demografici e di comorbilità di iscritti a Medicare senza tumore, e ogni coppia è stata seguita fino al 2012.
Sono stati utilizzati codici diagnostici convalidati per identificare il tromboembolismo arterioso, definito come infarto miocardico o ictus ischemico.

I tassi di incidenza cumulativi sono stati calcolati utilizzando le statistiche di sopravvivenza e sono stati confrontati i tassi tra i gruppi in diversi momenti temporali.

Sono state identificate 279.719 coppie di pazienti con cancro e pazienti di controllo corrispondenti.

L'incidenza cumulativa a 6 mesi di tromboembolismo arterioso è stata del 4.7% nei pazienti con tumore rispetto al 2.2% nei pazienti di controllo ( hazard ratio. HR=2.2 ).

L'incidenza cumulativa a 6 mesi di infarto miocardico è stata del 2.0% nei pazienti con cancro rispetto allo 0.7% nei pazienti di controllo ( HR=2.9 ).

L'incidenza cumulativa a 6 mesi di ictus ischemico è stata del 3.0% nei pazienti con cancro rispetto all'1.6% nei pazienti di controllo ( HR=1.9 ).
Il rischio in eccesso variava in base al tipo di tumore ( più alto per i polmoni ), era correlato alla fase del cancro, e generalmente a 1 anno risultava risolto.

In conclusione, i pazienti con tumore incidente affrontano un rischio a breve termine sostanzialmente aumentato di tromboembolismo arterioso. ( Xagena2017 )

Navi BB et al, J Am Coll Cardiol 2017; 70: 926-938

Cardio2017 Onco2017 Neuro2017



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