Sindrome coronarica acuta: l'anemia è un fattore di rischio indipendente per l'aumento della mortalità per qualsiasi causa e della mortalità non-cardiaca nel lungo periodo
Uno studio ha valutato l'influenza dell'anemia sugli esiti a lungo termine dei pazienti con sindrome coronarica acuta sottoposti a intervento coronarico percutaneo ( PCI ).
Lo studio ha incluso 5668 pazienti unici consecutivi con sindrome coronarica acuta sottoposti a procedura PCI presso la Mayo Clinic nel periodo 2004-2014.
I pazienti sono stati stratificati sulla base della presenza ( livello di emoglobina [ Hgb ], inferiore a 13 g/dL negli uomini e inferiore a 12 g/dL nelle donne ) e della gravità dell'anemia pre-PCI ( livello di Hgb da moderato a grave, inferiore a 11 g/dL in uomini e donne ), e sono stati confrontati con pazienti senza anemia.
Gli esiti primari erano la mortalità per tutte le cause intraospedaliera e a lungo termine dopo bilanciamento delle comorbidità di base.
La mortalità per qualsiasi causa intraoperatoria non-aggiustata ( 4.6% [ 84 di 1831 ] vs 2.0% [ 75 di 3837 ] ) e la mortalità al follow-up di 5 anni ( 44.4% [ 509 ] vs 15.4% [ 323 ] ) erano più alte nei pazienti con anemia rispetto a quelli senza anemia ( P inferiore a 0.001 per entrambi ).
Dopo aver applicato l'analisi IPW ( inverse propensity weighting ), la mortalità per tutte le cause in ambiente ospedaliero ( 2.0% [ 37 ] vs 2.0% [ 75 ]; P = 0.85 ) e la mortalità a 5 anni ( 17.8% [ 203 ] vs 15.4% [ 323 ]; P = 0.05 ) non sono risultate significativamente differenti tra i pazienti con e senza anemia; tuttavia, sono stati osservati tassi più alti di mortalità a 5 anni per tutte le cause nei pazienti con anemia da moderata a grave ( 22.3% [ 113 ] vs 15.4% [ 323 ], P inferiore a 0.001 ) rispetto ai pazienti senza anemia.
L'andamento della mortalità a 5 anni è stato determinato da un aumento della mortalità non-cardiaca nei pazienti con anemia ( 10.2% [ 91 ] vs 7.1% [ 148 ]; P = 0.04 ) e anemia da moderata a grave ( 10.4% [ 52 ] vs 7.1% [ 148 ]; P = 0.006 ) rispetto ai pazienti non-anemici.
In conclusione, dopo aver considerato le differenze nei profili di rischio dei pazienti anemici e non-anemici, l'anemia sembrava essere un fattore di rischio indipendente per l'aumento della mortalità per qualsiasi causa e mortalità non-cardiaca a lungo termine. ( Xagena2018 )
Al-Hijji MA et al, Mayo Clin Proc 2018; 93: 1448-1461
Cardio2018 Emo2018
Indietro
Altri articoli
Chemioterapia ad alte dosi e trapianto autologo di cellule staminali ematopoietiche nei pazienti anziani e in buone condizioni con linfoma primario diffuso del sistema nervoso centrale a grandi cellule B: studio MARTA
I trattamenti disponibili per i pazienti più anziani affetti da linfoma diffuso primario del sistema nervoso centrale a grandi cellule...
Prediabete e rischio associato di eventi cardiovascolari e malattia renale cronica tra gli adulti sopravvissuti a tumore infantile nella coorte St Jude Lifetime
Poco si sa circa la prevalenza del prediabete e il rischio associato di eventi cardiovascolari e malattia renale cronica (...
Terapia endocrina adiuvante con Abemaciclib più terapia endocrina per tumore mammario in fase iniziale ad alto rischio, positivo per il recettore ormonale, negativo per HER2
Due anni di Abemaciclib ( Verzenios ) adiuvante combinato con terapia endocrina ( ET ) hanno portato a un miglioramento...
Servoventilazione adattiva per i disturbi respiratori del sonno nei pazienti con insufficienza cardiaca con frazione di eiezione ridotta: studio ADVENT-HF
Nei pazienti con insufficienza cardiaca e frazione di eiezione ridotta ( HFrEF ), i disturbi respiratori del sonno, comprendenti l’apnea...
Trattamento basato sulla malattia minima residua con Venetoclax-R2 nel linfoma mantellare: studio MCL7 VALERIA del Nordic Lymphoma Group
Nonostante i miglioramenti nel trattamento del linfoma mantellare ( MCL ), la maggior parte dei pazienti alla fine presenta una...
Talzenna in combinazione con Enzalutamide per il trattamento dei pazienti adulti con carcinoma prostatico metastatico resistente alla castrazione nei quali la chemioterapia non è clinicamente indicata. Approvato nell'Unione Europea
La Commissione Europea ( CE ) ha approvato Talzenna ( Talazoparib ), un inibitore orale della poli ADP-ribosio polimerasi (...
ASCO24 - Studio CROWN: Lorlatinib come prima linea riduce il rischio di progressione o morte a 5 anni, rispetto a Crizotinib, nei pazienti con tumore del polmone non-a-piccole cellule in stadio avanzato ALK-positivo
Sono stati presentati i risultati di follow-up a lungo termine dello studio di fase 3 CROWN che ha valutato Lorlatinib...
Opdivo a base di Nivolumab nel linfoma di Hodgkin classico: indicazione, posologia e avvertenze
Nivolumab ( Opdivo ) è un anticorpo monoclonale immunoglobulina G4 ( IgG4 ) umano ( HuMAb ), che si lega...
Trattamento con Nivolumab in monoterapia del melanoma: studio randomizzato di fase 3 versus chemioterapia CA209037
La sicurezza e l'efficacia di Nivolumab ( Opdivo ) 3 mg/kg in monoterapia per il trattamento del melanoma avanzato (...
ASCO24 - Trastuzumab deruxtecan, somministrato dopo terapia endocrina, ha migliorato la sopravvivenza libera da progressione nel cancro al seno pretrattato con bassa e ultrabassa espressione di HER2
Trastuzumab deruxtecan ( Enhertu ) ha esteso la sopravvivenza libera da progressione rispetto alla chemioterapia standard per alcune pazienti con...