Profilo di sicurezza di Opdivo a base di Nivolumab


A ) Nivolumab usato in monoterapia o in associazione a Ipilimumab

Nei dati aggregati di Nivolumab ( Opdivo ) 3 mg/kg in monoterapia in diversi tipi di tumore ( n=2578 ), con un follow-up minimo compreso tra 2,3 e 28 mesi, le reazioni avverse riportate più frequentemente ( maggiore o uguale a 10% ) sono state affaticamento ( 30% ), rash ( 17% ), prurito ( 13% ), diarrea ( 13% ) e nausea ( 12% ).

La maggior parte delle reazioni avverse erano da lievi a moderate ( grado 1 o 2 ). Con un follow-up minimo di 24 mesi nel cancro al polmone non-a-piccole cellule ( NSCLC ), non sono stati identificati nuovi segnali di sicurezza.

Nei dati aggregati di Nivolumab 1 mg/kg in associazione ad Ipilimumab 3 mg/kg nel melanoma ( n = 448 ), con un follow-up minimo compreso tra 6 e 28 mesi, le reazioni avverse riportate più frequentemente ( maggiore o uguale a 10% ) sono state rash ( 52% ), affaticamento ( 46% ), diarrea ( 43% ), prurito ( 36% ), nausea ( 26% ), piressia ( 19% ), diminuzione dell'appetito ( 16% ), ipotiroidismo ( 16% ), colite ( 15% ), vomito ( 14% ), artralgia ( 13% ), dolore addominale ( 13% ), cefalea ( 11% ) e dispnea ( 10% ).
La maggior parte delle reazioni erano da lievi a moderate ( grado 1 o 2 ).

Tra i pazienti trattati con Nivolumab 1 mg/kg in associazione ad Ipilimumab 3 mg/kg nello studio CA209067, 154/313 ( 49% ) hanno presentato il primo episodio di reazioni avverse di grado 3 o 4 durante la fase iniziale di associazione. Dei 147 pazienti di questo gruppo che hanno continuato il trattamento nella fase di monoterapia, 47 ( 32% ) hanno manifestato almeno una reazione avversa di grado 3 o 4 durante la fase di monoterapia.

Nivolumab usato in monoterapia per il trattamento adiuvante del melanoma

Nei dati aggregati di Nivolumab 3 mg/kg in monoterapia nel trattamento adiuvante del melanoma (n = 452) le reazioni avverse riportate più frequentemente ( maggiore o uguale a 10% ) sono state affaticamento ( 46% ), rash ( 29% ), diarrea ( 24% ), prurito ( 23% ), nausea ( 15% ), artralgia ( 13% ), dolore muscolo-scheletrico ( 11% ), e ipotiroidismo ( 11% ).
La maggior parte delle reazioni erano da lievi a moderate ( grado 1 o 2 ).

Il profilo si sicurezza complessivo di Nivolumab alla dose di 3 mg/kg nel trattamento adiuvante del melanoma ( n = 452 ) è stato consistente con quello stabilito per Nivolumab in monoterapia nei vari tipi di tumore.

B) Reazioni avverse selezionate

Nivolumab o Nivolumab in associazione ad Ipilimumab è associato a reazioni avverse immuno-correlate. In gran parte dei casi, le reazioni avverse immuno-correlate si sono risolte con una terapia medica appropriata.
L'interruzione permanente del trattamento è stata necessaria in una percentuale più elevata di pazienti trattati con Nivolumab in associazione ad Ipilimumab rispetto ai pazienti trattati con Nivolumab in monoterapia a causa di colite immuno-correlata ( rispettivamente 16% e 0,8% ), epatite immuno-correlata ( 9% e 1% ) ed endocrinopatie immuno-correlate ( 2,7% e 0,1% ). Nei pazienti che manifestavano un evento, corticosteroidi ad alte dosi ( equivalenti ad almeno 40 mg di Prednisone ) sono stati necessari in una percentuale superiore di pazienti trattati con il regime di associazione rispetto ai pazienti trattati con Nivolumab in monoterapia per il controllo della colite immuno-correlata ( rispettivamente 46% e 15% ), dell'epatite immuno-correlata ( rispettivamente 46% e 21% ), delle endocrinopatie immuno-correlate ( rispettivamente 27% e 7% ) e delle reazioni avverse cutanee immuno-correlate ( rispettivamente 7% e 4% ).

Polmonite immuno-correlata

Nei pazienti trattati con Nivolumab in monoterapia, l'incidenza di polmonite, inclusa malattia polmonare interstiziale ed infiltrazione polmonare, è stata del 3,4% ( 87/2578 ). La maggioranza dei casi sono stati di grado di severità 1 o 2, riportati rispettivamente nello 0,8% ( 21/2578 ) e nell'1,7% ( 44/2578 ) dei pazienti. Casi di grado 3 e 4 sono stati riportati, rispettivamente, nello 0,7% ( 19/2578 ) ed in meno dello 0,1% ( 1/2578 ) dei pazienti. In questi studi casi di grado 5 sono stati riportati in meno dello 0,1% ( 2/2578 ) dei pazienti. Il tempo mediano all'insorgenza è stato di 3,6 mesi ( range: 0,2-19,6 ). La risoluzione si è verificata in 63 pazienti ( 72,4% ) con un tempo mediano alla risoluzione di 6,1 settimane ( range: 0,1-96,7+ ); il simbolo + denota un'osservazione censurata.

Nei pazienti trattati con Nivolumab in associazione ad Ipilimumab, l'incidenza di polmonite, inclusa la malattia polmonare interstiziale, è stata del 7,8% ( 35/448 ). I casi di grado 2, grado 3 e grado 4 sono stati riportati, rispettivamente, nel 4,7% ( 21/448 ), 1,1% ( 5/448 ) e 0,2% ( 1/448 ) dei pazienti. Uno dei casi di polmonite di grado 3 è peggiorato in un periodo di 11 giorni ed ha avuto un esito fatale. Il tempo mediano all'insorgenza è stato di 2,6 mesi ( range: 0,7-12,6 ). La risoluzione si è verificata in 33 pazienti ( 94,3% ) con un tempo mediano alla risoluzione di 6,1 settimane ( range: 0,3-35,1+ ).

Colite immuno-correlata

Nei pazienti trattati con Nivolumab in monoterapia, l'incidenza di diarrea, colite o movimenti intestinali frequenti è stata del 13,1% ( 339/2578 ). La maggioranza dei casi sono stati di grado 1 o 2, riportati, rispettivamente, nel 8,5% ( 220/2578 ) e nel 3,0% ( 78/2578 ) dei pazienti. Casi di grado 3 sono stati riportati nell'1,6% ( 41/2578 ) dei pazienti. In questi studi non sono stati riportati casi di grado 4 o 5. Il tempo mediano all'insorgenza è stato di 1,8 mesi ( range: 0,0-26,6 ). La risoluzione si è verificata in 296 pazienti ( 88,1% ) con un tempo mediano alla risoluzione di 2,1 settimane ( range: 0,1-124,4+ ).

Nei pazienti trattati con Nivolumab in associazione ad Ipilimumab, l'incidenza di diarrea o colite è stata del 46,7% ( 209/448 ). I casi di grado 2, grado 3 e grado 4 sono stati riportati, rispettivamente, nel 13,6% ( 61/448 ), 15,8% ( 71/448 ) e 0,4% ( 2/448 ) dei pazienti. Non sono stati riportati casi di grado 5. Il tempo mediano all'insorgenza è stato di 1,2 mesi ( range: 0,0-22,6 ). La risoluzione si è verificata in 186 pazienti ( 89,4% ) con un tempo mediano alla risoluzione di 3,0 settimane ( range: 0,1-159,4+ ).

Epatite immuno-correlata

Nei pazienti trattati con Nivolumab in monoterapia, l'incidenza di anomalie nei test di funzionalità epatica è stata del 6,7% ( 173/2578 ). La maggioranza dei casi sono stati di grado 1 o 2, riportati rispettivamente nel 3,5% ( 91/2578 ) e nell'1,2% ( 32/2578 ) dei pazienti. Casi di grado 3 e 4 sono stati riportati, rispettivamente nel 1,6% ( 41/2578 ) e nello 0,3% ( 9/2578 ) dei pazienti. In questi studi non sono stati riportati casi di grado 5. Il tempo mediano all'insorgenza è stato di 2,1 mesi ( range: 0,0-27,6 ). La risoluzione si è verificata in 132 pazienti ( 76,7% ) con un tempo mediano alla risoluzione di 5,9 settimane ( range: 0,1-82,6+ ).

Nei pazienti trattati con Nivolumab in associazione ad Ipilimumab, l'incidenza di anomalie delle prove di funzionalità epatica è stata del 29,5% ( 132/448 ). Casi di grado 2, grado 3 e grado 4 sono stati riportati, rispettivamente, nel 6,7% ( 30/448 ), 15,4% ( 69/448 ) e 1,8% ( 8/448 ) dei pazienti. Non sono stati riportati casi di grado 5. Il tempo mediano all'insorgenza è stato di 1,5 mesi ( range: 0,0-30,1 ). La risoluzione si è verificata in 124 pazienti ( 93,9% ) con un tempo mediano alla risoluzione di 5,1 settimane ( range: 0,1-106,9 ).

Nefrite e disfunzione renale immuno-correlate

Nei pazienti trattati con Nivolumab in monoterapia, l'incidenza di nefrite o disfunzione renale è stata del 2,8% ( 71/2578 ). La maggioranza dei casi sono stati di grado 1 o 2, riportati rispettivamente nel 1,6% ( 41/2578 ) e nello 0,7% ( 18/2578 ) dei pazienti. Casi di grado 3 e 4 sono stati riportati, rispettivamente, nello 0,4% ( 11/2578 ) ed in meno dello 0,1% ( 1/2578 ) dei pazienti. In questi studi non sono stati riportati nefrite o disfunzione renale di grado 5. Il tempo mediano all'insorgenza è stato di 2,3 mesi ( range: 0,0-18,2 ). La risoluzione si è verificata in 42 pazienti ( 61,8% ) con un tempo mediano alla risoluzione di 12,1 settimane ( range: 0,3-79,1+ ).

Nei pazienti trattati con Nivolumab in associazione ad Ipilimumab, l'incidenza di nefrite o disfunzione renale è stata del 5,1% ( 23/448 ). I casi di grado 2, grado 3 e grado 4 sono stati riportati, rispettivamente, nel 1,6% ( 7/448 ), 0,9% ( 4/448 ) e 0,7% ( 3/448 ) dei pazienti. Non sono stati riportati casi di grado 5. Il tempo mediano all'insorgenza è stato di 2,6 mesi ( range: 0,5-21,8 ). La risoluzione si è verificata in 21 pazienti ( 91,3% ) con un tempo mediano alla risoluzione di 2,1 settimane ( range: 0,1-125,1+ ).

Endocrinopatie immuno-correlate

Nei pazienti trattati con Nivolumab in monoterapia, l'incidenza di disturbi alla tiroide, inclusi ipotiroidismo o ipertiroidismo, è stata del 9,6% ( 248/2578 ). La maggioranza dei casi sono stati di grado 1 o 2, riportati rispettivamente nel 4,2% ( 107/2578 ) e nel 5,4% ( 139/2578 ) dei pazienti. Casi di disturbi alla tiroide di grado 3 sono stati riportati in meno dello 0,1% ( 2/2578 ) dei pazienti. Sono stati riportati casi di ipofisite ( 1 di grado 1, 2 di grado 2, 5 di grado 3, e 1 di grado 4 ), ipopituitarismo ( 4 di grado 2 e 1 grado 3 ), insufficienza surrenalica ( inclusa insufficienza surrenalica secondaria ) ( 1 di grado 1, 9 di grado 2 e 5 di grado 3 ), diabete mellito ( incluso diabete mellito di tipo 1 ) ( 3 di grado 2 ed 1 di grado 3 ) e chetoacidosi diabetica ( 2 di grado 3 ). In questi studi non sono stati riportati casi di grado 5. Il tempo mediano all'insorgenza di queste endocrinopatie è stato di 2,8 mesi ( range: 0,3-29,1 ). La risoluzione si è verificata in 117 pazienti (42,9%). Il tempo alla risoluzione è variato da 0,4 a 144,1+ settimane.

Nei pazienti trattati con Nivolumab in associazione ad Ipilimumab, l'incidenza di disturbi alla tiroide è stata del 25,2% ( 113/448 ). Disturbi alla tiroide di grado 2 e di grado 3 sono stati riportati, rispettivamente, nel 14,5% ( 65/448 ) e 1,3% ( 6/448 ) dei pazienti. Ipofisite ( inclusa ipofisite linfocitaria ) di grado 2 e di grado 3 si è manifestata, rispettivamente, nel 5,8% ( 26/448 ) e nel 2,0% ( 9/448 ) dei pazienti. Ipopituitarismo di grado 2 e grado 3 si è manifestato, rispettivamente, nello 0,4% ( 2/448 ) e nello 0,7% ( 3/448 ) dei pazienti. Insufficienza surrenalica ( inclusa insufficienza surrenalica secondaria ) di grado 2, di grado 3 e di grado 4 si è manifestata, rispettivamente, nel 1,6% ( 7/448 ), 1,3% ( 6/448 ) e 0,2% ( 1/448 ) dei pazienti. Diabete mellito di grado 1, di grado 2, di grado 3 e di grado 4 e chetoacidosi diabetica di grado 4 sono stati riportati ciascuno nello 0,2% ( 1/448 ) dei pazienti. Non sono state riferite endocrinopatie di grado 5. Il tempo mediano all'insorgenza di queste endocrinopatie è stato di 1,9 mesi ( range: 0,0-28,1 ). La risoluzione si è verificata in 64 pazienti ( 45,4% ). Il tempo alla risoluzione è variato da 0,4 a 155,4+ settimane.

Reazioni avverse cutanee immuno-correlate

Nei pazienti trattati con Nivolumab in monoterapia, l'incidenza di rash è stata del 26,4% ( 680/2578 ). La maggior parte dei casi sono stati di grado 1, riportati nel 20,1% ( 518/2578 ) dei pazienti. Casi di grado 2 e 3 sono stati riportati, rispettivamente, nel 5,1% ( 131/2578 ) e nel 1,2% ( 31/2578 ) dei pazienti. In questi studi non sono stati riportati casi di grado 4 o 5. Il tempo mediano all'insorgenza è stato di 1,4 mesi ( range: 0,0-27,9 ). La risoluzione si è verificata in 428 pazienti ( 63,8% ) con un tempo mediano alla risoluzione di 17,1 settimane ( 0,1-150,0+ ).

Nei pazienti trattati con Nivolumab in associazione ad Ipilimumab, l'incidenza di rash è stata del 65,0% ( 291/448 ). I casi di rash di grado 2 e di grado 3 sono stati riportati, rispettivamente, nel 20,3% ( 91/448 ) e 7,6% ( 34/448 ) dei pazienti. Non sono stati riportati casi di grado 4 o 5. Il tempo mediano all'insorgenza è stato di 0,5 mesi ( range: 0,0-19,4 ). La risoluzione si è verificata in 191 pazienti ( 65,9% ) con un tempo mediano alla risoluzione di 11,4+ settimane ( range: 0,1-150,1+ ).

Sono stati osservati rari casi di sindrome di Stevens-Johnson e necrolisi epidermica tossica alcuni dei quali ad esito fatale.

Reazioni all'infusione

Nei pazienti trattati con Nivolumab in monoterapia, l'incidenza di ipersensibilità / reazioni all'infusione è stata del 4,7% ( 121/2578 ), inclusi 6 casi di grado 3 e 2 casi di grado 4.

Nei pazienti trattati con Nivolumab in associazione ad Ipilimumab, l'incidenza di ipersensibilità / reazioni all'infusione è stata del 3,8% ( 17/448 ); tutte le reazioni erano di grado 1 o 2. Casi di grado 2 sono stati riportati nel 2,2% ( 10/448 ) dei pazienti. Non sono stati riportati casi di grado 3-5.

Complicanze del trapianto allogenico di cellule staminali emopoietiche nel linfoma di Hodgkin classico

La malattia da trapianto contro l'ospite ( GVHD ) ad insorgenza rapida è stata riportata con l'uso di Nivolumab prima e dopo trapianto HSCT allogenico. Su 49 pazienti, valutati in 2 studi sul linfoma di Hodgkin classico, sottoposti a trapianto HSCT allogenico dopo aver interrotto Nivolumab in monoterapia, la malattia GVHD acuta di grado 3 o 4 è stata riportata in 13/49 pazienti ( 26,5% ). la malattia GVHD iperacuta, definita come una malattia GVHD acuta che si verifica entro 14 giorni dall'infusione delle cellule staminali, è stata riportata in 3 pazienti ( 6% ). Una sindrome febbrile che ha richiesto steroidi, senza identificazione di una causa infettiva, è stata riportata in 6 pazienti ( 12% ) entro le prime 6 settimane post-trapianto, con 3 pazienti che hanno risposto agli steroidi. La malattia veno-occlusiva epatica si è verificata in un paziente, che è deceduto a causa di malattia GVHD ed insufficienza multi-organo. Nove dei 49 pazienti ( 18,4% ) sono deceduti a causa delle complicanze del trapianto HSCT allogenico dopo Nivolumab. I 49 pazienti hanno avuto un follow-up mediano dopo il successivo trapianto HSCT allogenico di 5,6 mesi ( range: 0-19 mesi ).

Anomalie di laboratorio

Nei pazienti trattati con Nivolumab in monoterapia, la proporzione di pazienti che ha presentato un cambiamento dal valore basale ad un'anomalia di laboratorio di grado 3 o 4 è stata la seguente: 5,2% per l'anemia ( tutti casi di grado 3 ), 1,0% per la trombocitopenia, 1,0% per la leucopenia, 10% per la linfopenia, 1,1% per la neutropenia, 2,1% per l'aumento della fosfatasi alcalina, 2,7% per l'aumento di AST, 2,2% per l'aumento di ALT, 1,2% per l'aumento della bilirubina totale, 0,9% per l'aumento della creatinina, 3,8% per l'iperglicemia, 1,0 per l'ipoglicemia, 3,5% per l'aumento dell'amilasi, 7,9% per l'aumento della lipasi, 6,4% per l'iponatremia, 1,8% per l'iperpotassiemia, 1,5% per l'ipopotassiemia, 1,2% per l'ipercalcemia, 0,7% per l'ipermagnesiemia, 0,5% per l'ipomagnesiemia, 0,7% per l'ipocalcemia e 0,1% per l'ipernatremia.

Nei pazienti trattati con Nivolumab in associazione ad Ipilimumab, la proporzione di pazienti che ha presentato un peggioramento dal valore basale ad un'anomalia di laboratorio di grado 3 o 4 è stata la seguente: 2,8% per l'anemia ( tutti casi di grado 3 ), 1,2% per la trombocitopenia, 0,5% per la leucopenia, 6,7% per la linfopenia, 0,7% per la neutropenia, 4,3% per l'aumento della fosfatasi alcalina, 12,4% per l'aumento di AST, 15,3% per l'aumento di ALT, 1,2% per l'aumento della bilirubina totale, 2,4% per l'aumento della creatinina, 5,3% per l'iperglicemia, 8,7% per l'aumento dell'amilasi, 19,5% per l'aumento della lipasi, 1,2% per l'ipocalcemia, 0,2% ciascuno per l'iponatremia e l'ipercalcemia, 0,5% per l'iperpotassiemia, 0,3% per l'ipermagnesiemia, 4,8% per l'ipopotassiemia e 9,5% per l'iponatremia.

Immunogenicità

Dei 2022 pazienti che sono stati trattati con 3 mg/kg di Nivolumab in monoterapia ogni 2 settimane e valutabili per la presenza di anticorpi anti-farmaco, 231 pazienti ( 11,4% ) sono risultati positivi per gli anticorpi anti-farmaco derivanti dal trattamento, con 15 pazienti ( 0,7% ) che risultavano postivi per gli anticorpi neutralizzanti.

Dei 394 pazienti trattati con Nivolumab in associazione ad Ipilimumab e valutabili per la presenza di anticorpi anti-Nivolumab, 149 pazienti ( 37,8% ) risultavano positivi per gli anticorpi anti-Nivolumab derivanti dal trattamento, con 18 pazienti ( 4,6% ) che risultavano positivi per gli anticorpi neutralizzanti. Sebbene la clearance di Nivolumab sia aumentata del 24% quando erano presenti anticorpi anti-Nivolumab, sulla base delle analisi di farmacocinetica e di esposizione-risposta non ci sono state evidenze di perdita di efficacia o di alterazione del profilo tossicologico in presenza degli anticorpi né per Nivolumab in monoterapia né per l'associazione.

Anziani

Non sono state riportate differenze complessive in termini di sicurezza tra i pazienti anziani ( maggiore o uguale a 65 anni ) ed i pazienti più giovani ( minore di 65 anni ). I dati sui pazienti con tumore al polmone non-a-piccole cellule, carcinoma a cellule squamose della testa e del collo e melanoma adiuvante di età pari o superiore a 75 anni sono troppo limitati per poter trarre delle conclusioni su tale popolazione. I dati sui pazienti con linfoma di Hodgkin classico di età pari o superiore a 65 anni sono troppo limitati per poter trarre delle conclusioni su tale popolazione.

Compromissione epatica o renale

Nello studio nel carcinoma polmonare non-a-piccole cellule non-squamoso ( CA209057 ) il profilo di sicurezza nei pazienti con compromissione renale o epatica al basale è stato comparabile a quello nella popolazione complessiva. Questi risultati devono essere interpretati con cautela a causa delle piccole dimensioni del campione all'interno dei sottogruppi.

C) Sovradosaggio

Negli studi clinici non sono stati riportati casi di sovradosaggio. In caso di sovradosaggio, i pazienti devono essere sottoposti a stretto monitoraggio per individuare segni o sintomi di reazioni avverse e deve essere istituito immediatamente un appropriato trattamento sintomatico. ( Xagena2024 )

Fonte: EMA, 2024

Dermo2024 Pneumo2024 Nefro2024 Uro2024 Emo2024 Neuro2024 Oto2024 Onco2024 Farma2024



Indietro

Altri articoli

La sarcoidosi è una condizione infiammatoria che può colpire vari organi e tessuti, provocando la formazione di granulomi e conseguente...


La gotta, una comune artropatia da cristalli, è associata a un aumento del rischio di malattie cardiovascolari. Si è cercato...


Il Micofenolato mofetile ( CellCept ) è un immunosoppressore comunemente usato per trattare il lupus eritematoso sistemico ( SLE )...


Si è determinato se Blinatumomab ( Blincyto ) sia efficace come alternativa alla chemioterapia intensiva di prima linea con risparmio...


L’immunosoppressione basata sulla Globulina antitimocitaria ( ATG ) è standard nel trattamento di prima linea per le persone con anemia...



L'incidenza delle metastasi cerebrali è in aumento nei pazienti con tumore mammario metastatico. Sono urgentemente necessari trattamenti per estendere il...


Il potenziale beneficio della combinazione di una terapia sistemica intracranica efficace con la radioterapia per le pazienti con tumore al...



Poco si sa circa la prevalenza del prediabete e il rischio associato di eventi cardiovascolari e malattia renale cronica (...