Lupus eritematoso sistemico: profilo di sicurezza di Benlysta
L’FDA ( Food and Drug Administration ) ha concesso l'autorizzazione a Benlysta ( Belimumab ) nel trattamento del lupus eritematoso sistemico attivo, con autoanticorpi, sottoposti a terapia standard.
Belimumab appartiene a una nuova classe di farmaci noti come inibitori specifici di BLyS. Il Belimumab impedisce che la proteina BLyS solubile, un fattore di sopravvivenza delle cellule B, si leghi ai suoi ricettori sulle cellule B. Il Belimumab non lega direttamente le cellule B, ma legandosi a BLyS, Belimumab impedisce la sopravvivenza delle cellule B, comprese le cellule B autoreattive, e riduce la differenziazione delle cellule B in cellule del plasma che producono immunoglobulina.
L'efficacia di Belimumab non è stata valutata in pazienti con grave nefrite lupica o con interessamento del sistema nervoso centrale e non è stata studiata in combinazione con altre sostanze biologiche o con Ciclofosfamide per via endovenosa. L'utilizzo del Belimumab non è pertanto raccomandato in questi casi.
Il tasso di mortalità negli studi clinici con Belimumab è stato maggiore che in quelli con il placebo. Su una popolazione di 2133 pazienti suddivisi in 3 sperimentazioni cliniche è stato registrato un totale di 14 decessi durante i periodi di trattamento in doppio cieco e placebo-controllato: 0.4%, 0.7%, 0%, e 0.9% decessi, rispettivamente, nei gruppi placebo, Belimumab 1 mg/kg, Belimumab 4 mg/kg e Belimumab 10 mg/kg. Nessuna causa di decesso si è rivelata predominante. Le eziologie comprendevano infezione, malattie cardiovascolari e suicidio.
Sono state riscontrate infezioni gravi, a volte letali, in pazienti a cui venivano somministrati agenti immunosoppressori, compreso il Belimumab. Nelle sperimentazioni cliniche controllate si sono verificate infezioni gravi nel 6% dei pazienti trattati con Belimumab e nel 5.2% dei pazienti trattati con placebo. Le infezioni gravi più frequenti comprendevano polmonite, infezioni del tratto urinario, cellulite e bronchite. Le infezioni più frequenti ( maggiore o uguale a 5% ) sono state infezioni delle alte vie respiratorie, infezioni del tratto urinario, rinofaringite, sinusite, bronchite e influenza.
Non è nota l'influenza del trattamento a base di Belimumab sullo sviluppo di tumori maligni. Come nel caso di altri agenti immunomodulanti, il meccanismo di azione di Belimumab potrebbe aumentare il rischio di sviluppare tumori maligni.
Sono state registrate reazioni di ipersensibilità nel 13% dei pazienti a cui è stato somministrato Belimumab e nell'11% dei pazienti a cui è stato somministrato il placebo; queste reazioni comprendevano anafilassi ( 0.6% con Belimumab e 0.4% con placebo ). Reazioni da infusione sono state riscontrate nel 17% dei pazienti a cui è stato somministrato Belimumab e nel 15% dei pazienti a cui è stato somministrato il placebo. Reazioni acute all'infusione comprendevano bradicardia, mialgia, cefalea, eruzioni cutanee, orticaria e ipotensione. Le reazioni da infusione più frequenti ( maggiori o uguali a 3% ) sono state cefalea, nausea e reazioni cutanee.
Sono stati riscontrati più frequentemente eventi psichiatrici ( principalmente depressione, insonnia e ansia ) con Belimumab ( 16% ) che con placebo ( 12% ). Sono stati registrati anche eventi psichiatrici gravi, depressione grave e due suicidi ( 0.8% per Belimumab e 0.4% per placebo ).
Gli effetti collaterali registrati più comunemente ( maggiore o uguale a 5% ) con Benlysta sono stati: nausea, diarrea, piressia, rinofaringite, bronchite, insonnia, dolore alle estremità, depressione, emicrania e faringite. ( Xagena2011 )
Fonte: Human Genome Sciences, 2011
Farma2011 Reuma2011
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