Tossina botulinica di tipo A nel trattamento della psoriasi inversa
Ricercatori dell’Ospedale SS Giovanni e Paolo di Venezia, hanno valutato l’efficacia della Tossina botulinica di tipo A ( BoNTA ) nel trattamento della psoriasi inversa.
La Tossina botulinica può agire a livello della giunzione neuroghiandolare per ridurre la sudorazione locale e la conseguente macerazione della cute e le infezioni secondarie, e a livello extragiunzionale per inibire la liberazione dei neuropeptidi ed altre sostanze pro-algogeniche, responsabili dell’infiammazione, ipercheratosi e trasmissione del dolore.
Hanno preso parte alla studio 15 pazienti con diagnosi confermata di psoriasi inversa.
La psoriasi era localizzata in diverse aree: ascella ( n=7 ), solco sottomammario ( n=6 ) ed ombelico ( n=1 ).
Il trattamento con la Tossina botulinica comprendeva singole iniezioni di 2.4 unità ( dosaggio totale di 50-100 U per paziente in base all’estensione e alla gravità della psoriasi ).
La sintomatologia soggettiva è migliorata in tutti i pazienti e l’estensione dell’eritema, l’intensità e l’infiltrazione è migliorata nell’87% dei pazienti.
Il trattamento è risultato bel tollerato con nessun evento avverso riportato.
In conclusione, la terapia BoNTA ha prodotto miglioramenti sintomatologici soggettivi e riduzioni obiettive dell’eritema e della macerazione delle aree trattate, secondo l’evidenza fotografica. ( Xagena2008 )
Zanchi M et al, J Eur Acad Dermatol Venereol 2008; 22: 431-436
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